Corpi Civili di Pace Perù

Salute e ambiente – Scheda racconto

La lotta delle comunità indigene e rurali contro la contaminazione da metalli pesanti

Scritto da Gloria De Marino e Cecilia Sartori, Corpi Civili di Pace con FOCSIV a Lima

Gloria e Cecilia hanno partecipato al progetto “Sostegno alle popolazioni indigene del Perù nella gestione e prevenzione dei conflitti ambientali – 2018” con FOCSIV a Lima con ricaduta nella stessa capitale.

Il contesto del conflitto
Il conflitto in essere, di natura socio-ambientale, ha come attori principali le comunità indigene e rurali, che si impegnano nella difesa del proprio territorio e del proprio modello di sviluppo economico, le imprese minerarie, e lo Stato che difende un modello economico di tipo estrattivista a scapito della tutela dei diritti umani e dell’ambiente. In questo contesto operano alcune associazioni a difesa della salute e dell’ambiente per le comunità. Tra le più famose la Red Muqui, rete di istituzioni peruviane, agisce sostenendo processi di riflessione, proposte e nuove forme di comunicazione con l’obiettivo di raggiungere accordi di maggior livello che favoriscano la giustizia sociale e ambientale. Rappresentando le popolazioni locali e aiutandole nell’esercizio dei propri diritti, le associazioni in loco propongono uno sviluppo sostenibile in luoghi in cui si vorrebbe realizzare o si stanno già realizzando attività minerarie. Cercando soluzioni alle implicazioni sociali, ambientali e culturali, questa rete si pone come altro attore all’interno del conflitto, diventando anche per questo bersaglio di intimidazioni. Molte, infatti, sono state le minacce rivolte ai difensori delle comunità e a chi li supporta dall’esterno, come ad esempio avvocati e Ong. Risulta importante, dunque, supportare l’operato delle associazioni in difesa delle comunità e dell’ambiente, presenti sul territorio, per permettere una maggiore acquisizione di consapevolezza del conflitto, arrivando così ad una sua evoluzione positiva.

Un episodio dal campo
Facendo riferimento a un processo di dialogo tra comunità vittime del conflitto e Stato di cui siamo state testimoni, riportiamo i risultati  dell’incontro tra vittime della contaminazione da metalli pesanti e Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’incontro è stato frutto di un intenso lavoro svolto dal 2017 da parte di alcuni rappresentanti di comunità vittime della contaminazione che si sono riuniti nella Plataforma de Afectados y Afectadas por Metales Toxicos con l’intenzione di ottenere visibilità a livello nazionale e ricevere assistenza dallo Stato per i problemi di salute insorti tra gli abitanti di aree in cui sono in atto attività estrattive minerarie e petrolifere. In seguito alla seconda riunione nazionale delle vittime, a inizio ottobre 2019 è avvenuto un incontro formale con la Presidenza durante il quale sono state presentate le richieste di presa in carico della grave situazione di salute delle vittime e della contaminazione dell’ambiente nelle varie regioni colpite. Questo incontro ha rappresentato un passo importante per la Plataforma, che è riuscita a ottenere il riconoscimento da parte delle istituzioni e a portarvi la propria voce.  L’impegno preso dalla Presidenza di creare una Commissione Multisettoriale per affrontare la problematica, prevista per inizio novembre 2019, ha tardato molti mesi a concretizzarsi. Tra altri fattori, l’avvento della pandemia da COVID-19 ha pesantemente allontanato la possibilità di far valere l’impegno preso nel breve periodo. Finalmente, a luglio 2020 la Commissione è stata creata con l’obiettivo di elaborare una proposta di intervento integrale diretto alle comunità.  Al momento, la Plataforma, le organizzazioni della società civile che l’hanno sostenuta, e tutte le comunità in questione, sono in attesa di soluzioni, azioni e di una presa di posizione da parte della Commissione.

Evoluzione del conflitto
Si riscontra un peggioramento del conflitto principalmente per la situazione di emergenza sanitaria, durante la quale le imprese minerarie hanno continuato le attività estrattive senza tutelare la salute dei propri lavoratori. Allo stesso tempo, la situazione sanitaria ha provocato un indebolimento della capacità organizzativa delle comunità, impossibilitate ad occupare lo spazio pubblico per esprimere la propria opinione. In questo contesto è risultato fondamentale il supporto delle Ong, seppur ridotto dalla contingenza della pandemia.

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