Lettera aperta di Giovanni Ramonda al Presidente Monti

Giovanni Ramonda, Responsabile generale dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, scrive al presidente Monti esprimendo preoccupazione per la situazione attuale del Servizio Civile e per chiedere un confronto su questo tema.

Egregio Presidente, le scrivo la presente in triplice veste:

– la prima è quella di cittadino, di questo Paese, a cui ho dedicato e dedico le mie migliori energie dal tempo della mia obiezione di coscienza al servizio militare
– la seconda è quella di padre di una famiglia allargata: da oltre trent’anni infatti io e mia moglie tiziana abbiamo aperto la nostra famiglia all’accoglienza di persone in stato di bisogno ed in cerca di un’opportunità.
– la terza è quella di presidente dell’ associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi.

L’associazione che presiedo, oggi è presente in 36 paesi del mondo ed in Italia in quasi tutte le regioni.
Ogni giorno alla nostra tavola siedono circa 40.000 persone a vario titolo.

Dal 1973, la Comunità Papa Giovanni XXIII è ente di servizio civile. Non siamo un ente grande ma abbiamo incontrato fino ad oggi attraverso il servizio civile, prima obbligatorio e oggi volontario almeno 5000 giovani, di cui 500 hanno prestato servizio civile all’ estero.

Fummo, negli anni 90, precursori e fra i promotori della possibilità di prestare servizio civile all’estero dando vita all’esperienza dei Caschi Bianchi, giovani in servizio civile all’estero che scelgono di intervenire in situazioni di conflitto o di violenza strutturale senz’armi, in modo nonviolento.
Essi, come noi, quotidianamente scelgono di farsi prossimi a chi vive pesantissime violazioni dei propri diritti umani condividendone la vita, cercando di rimuovere le cause che hanno prodotto le ingiustizie di cui questi sono vittima e facendosi voce di chi non ha voce.

Oggi siamo promotori del progetto di servizio civile sperimentale sui temi della Difesa Civile Non armata e nonviolenta, insieme a Caritas Italiana e Focsiv denominato Caschi Bianchi Oltre le vendette.
Un progetto finanziato dall’ Ufficio Nazionale per il Servizio Cviile – Presidenza del Consiglio dei Ministri che si occupa di costruire percorsi volti alla riconciliazione di famiglie sotto vendetta, in Albania.
E’ un progetto importante che come ha riconosciuto anche il Cons. Federico Fauttilli, oggi Direttore dell’Uffcio Nazionale per il Servizio Civile, durante la presentazione dei risultati intermedi avvenuta lo scorso 3 Aprile, di forte rilevanza, che può costituire un contributo all’ intero sistema del servizio civile, che rimane ad oggi finalizzato a concorrere con mezzi ed attività non militari alla Difesa della Patria.

Oggi, Le scrivo per condividere con Lei la mia preoccupazione sull’attualità del servizio civile.

Posso testimoniare come e quanto questa esperienza per i giovani che abbiamo incontrato sia un’autentica palestra di vita, accresca in essi il senso ed il dovere di essere cittadini attivi e di partecipare giorno per giorno alla costruzione di un Paese sempre equo, sostenibile e solidale.

Anche dal punto di vista economico questa è un esperienza assolutamente positiva. Studi dimostrano come per ogni euro investito vi sia un beneficio quadruplo in termini di servizi erogati in favore della popolazione, in particolare la più debole ed indifesa.

Pur apprendendo che l’UNSC abbia deciso di attivare un bando per la presentazione di progetti di servizio civile avviabili presumibilmente da settembre 2013 e riconoscendo uno sforzo importante per non chiudere questa importante esperienza devo constatare che non vi siano ancora stati da parte del Governo decisioni in merito al rifinanziamento.

Questo significa di fatto aver contribuito a cancellare un anno di servizio civile e prorogare di un anno lo spegnimento del sistema.

Il servizio civile ha un costo residuo rispetto all’intero bilancio dello Stato. Ai tempi del massimo fulgore costava meno di 300 milioni.

Io mi chiedo e Le chiedo quale possa essere il problema nell’assumere una decisione così poco onerosa e di così alto rendimento in termini di possibilità per i giovani , di servizi offerti alla collettività e di beneficio per il Paese.

Mi onorerebbe confrontarmi con Lei su questo tema, per poter offrire un contributo o quantomeno trovare ragioni per rispondere a quanti, ogni giorno, incontriamo fiduciosi in un futuro più equo.

Colgo l’occasione per porgerle i più proficui auguri di Pace e di Santissima Pasqua.

Giovanni Ramonda
Responsabile Generale della Comunità Papa Giovanni XXIII

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