Brasile Caschi Bianchi

Promesse da mantenere

La storia di un paese che dietro a un vortice di musica, danza e colore nasconde profondi squilibri sociali ed economici

Scritto da Nicola Desimini, Casco Bianco in Servizio Civile con Apg23 a Marituba

Con la mia collega Valeria, direttamente dalla Sardegna, ho scelto di svolgere il mio Servizio Civile fuori dall’Italia. Mi trovo nel nord del Brasile, più precisamente a Marituba, una città a pochi passi dalla grande Belém, considerata la porta di ingresso per l’immensa e meravigliosa foresta amazzonica. In linea d’aria l’Equatore è vicinissimo, fa caldo tutto l’anno e la differenza tra le stagioni dipende quasi solo dal livello medio di precipitazioni. Immaginate Babbo Natale che a dicembre arriva a maniche corte, in ciabatte e occhiali da sole.

Il nostro progetto si chiama “Espaço Criança è vida”, ovvero “Spazio Infanzia è vita” , ed è ovviamente dedicato ai ragazzi, che qui svolgono attività ludico-ricreative, corsi di Capoeira e doposcuola. È nato pochi anni fa, grazie all’iniziativa di una giovane coppia della Comunità Papa Giovanni XXIII in Brasile, presente anche in altre sedi quali la comunità terapeutica di Castanhal e il Centro Arco Iris a Medina.
Personalmente sono arrivato qui senza pormi particolari aspettative, sentivo solo una grande voglia di vivere una esperienza nuova e stravolgente. A distanza di dieci mesi posso dire che non esiste un ambiente migliore di questo per farlo: un vortice di musica, danza e colore che ti sorprende ed appassiona.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica, dietro le sue sembianze sfavillanti il Brasile nasconde profondi squilibri sociali ed economici. Per quel che riguarda i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza c’è molto da lavorare. La recente pandemia, se da una parte ha sollevato una maggiore attenzione sul tema della salute, dall’altra ha acuito la già difficile situazione dell’istruzione giovanile.
Prima del 2019 il tasso di analfabetismo della fascia dai 6 ai 12 anni si aggirava intorno all’11%, nel 2022 lo stesso dato nel paese è triplicato. Tra le cause principali ci sono le poche risorse stanziate dalle Istituzioni per la scuola pubblica. Rispetto all’Italia, dove nonostante le difficoltà i ragazzi hanno fatto lezione online, durante il lockdown le scuole brasiliane sono rimaste chiuse, lasciando il peso della formazione basica tutto sulle spalle dei genitori. Genitori già impegnati a lavorare ben oltre gli orari consentiti, per garantire almeno la giusta alimentazione alle loro famiglie numerose. Per aiutare in casa, anche fratelli e sorelle maggiori hanno dovuto procurarsi un lavoro a soli 12- 13 anni, incentivando il grave fenomeno dell’abbandono scolastico.

Nel 2023 il nuovo Governo ha promesso grandi manovre per ristrutturare questo sistema e ci si augura che la rotta possa essere invertita il prima possibile. Dal canto suo la Comunità Papa Giovanni XXIII, qui a Marituba, continuerà a collaborare con la scuola e con le famiglie di più di 130 ragazzi affinché possano diventare le future promesse di un Brasile tanto bello quanto contradditorio. La strada è lunga, ma i loro sorrisi trasmettono ottimismo: se è vero che il verde è il colore della speranza, penso che in amazzonia ne abbiano in abbondanza.

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