Salviamo il Servizio Civile

Il GAVCI sostiene l’inziativa della CNESC per dare un futuro al servizio civile, una risorsa per il paese e un’esperienza formativa per i volontari che lo scelgono.

E’ da sempre che il Governo italiano, dopo aver inventato il servizio civile volontario per gli obiettori di coscienza al militare, fa di tutto per distruggerlo, con la scusa che non ci sono i soldi, i quali invece aumentano ogni anno nella Finanziaria per le spese militari.
Quest’anno, ad iniziare una Campagna di mobilitazione per “Dare un futuro al servizio civile” è stata la CNESC (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile). Un Servizio Civile, afferma la Cnesc, che “è un bene per il paese”.

Con la Cnesc, già in partenza, collaborano il Forum del Terzo Settore, l’Associazione ong italiane, l’Arci, l’Arciragazzi, Legambiente, l’Uisp e l’Aser, in difesa e rilancio del servizio civile nazionale.
I tagli alle risorse economiche, decisi dal governo per il triennio 2009-2011, ne mettono in crisi anche l’operatività. Nel 2009, su 10.000 posti richiesti, solo 25.000 sono stati finanziati, il numero più basso dal 2003. Vogliamo che si dia un futuro al Servizio civile nazionale. Un servizio civile -afferma la Cnesc- che sia volontario, rivolto a tutti i giovani cittadini che vivono stabilmente nel nostro Paese o che da altri Paesi vogliano partecipare, che metta al centro la crescita del valori e delle capacità del giovani, facendo le organizzazioni strumento di questa strategia educativa, attraverso concreti progetti di efficace intervento sociale, che abbia come finalità l’adempimento da parte del giovani del diritto-dovere di promuovere la pace e di partecipare consapevolmente alla vita pubblica, facendo della cittadinanza un’esperienza effettiva (da Superabile, luglio 2009, “Campagna di mobilitazione”. Il testo completo si trova sul sito: www.firmiamo.it/scn).

Pare si parli, nella nuova proposta di legge per il Servizio civile, della possibilità di ridurne le ore di lavoro. Il che, però, comporterebbe una ulteriore riduzione del lavoro sociale degli enti e una corrispondente riduzione della paga dei giovani in servizio.
Insomma, il criterio è sempre quello: ridurre le spese del Governo per il sociale (sanità, scuola, servizio civile, ecc.) e aumentare, ad ogni Finanziaria, le spese militari.
Cito solo un caso recente. L’8 aprile 2009, le Commissioni Difesa, Camera e Senato hanno approvato in via definitiva l’acquisto di 131 cacciabombardieri da combattimento, denominati F35. Il programma di spesa per il completamento dell’acquisizione dei velivoli si aggira attorno ai 15 miliardi di euro. Vale la pena sottolineare che questa spesa è stata sancita due giorni dopo il terremoto dell’Abruzzo! Nel progetto sono coinvolti diversi paesi (USA, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Turchia, Canada, Olanda, Danimarca, Norvegia), che oltre a mettere i capitali per la costruzione degli aerei, si attiveranno per produrre in loco, nei rispettivi sistemi industriali, parti e componenti diverse degli aerei che verranno assemblati come atto finale a Cameri (Novara).

La commissione diocesana Giustizia e Pace rinnova pertanto l’attualità dell’appello formulato nel gennaio 2007 a nome del vescovi del Piemonte, da mons. Fernando Charrier, vescovo di Alessandria e presidente della Commissione regionale piemontese per la Pastorale sociale e del lavoro, e mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara/Penne, presidente di Pax Christi Italia. In tale appello si legge: “Desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra” (da MISSIONI Consolata, settembre 2009, p. 2).

Si dice che oggi l’economia è in crisi. Sembra, però, che ciò non avvenga per una certa economia: l’import-export di armi. L’Italia conquista addirittura il secondo posto fra i maggiori esportatori mondiali di armi leggere e di piccolo calibro: commercio che va ad incrementare il fenomeno perverso dei bambini-soldato, che sta crescendo nel mondo. Fra i 53 Stati che comunicano i dati all’ONU, l’Italia occupa la seconda posizione in classifica, con un incasso di 434 milioni di dollari. In più pare che, mentre crescono le esportazioni, diminuisca la trasparenza, come già sembra avvenisse per le cosiddette banche armate.
“Questi dati confermano l’ipocrisia dei Paesi ricchi, che da una parte alimentano il commercio di armi leggere, con i danni che questo produce soprattutto nei paesi del Sud del mondo, dall’altra fanno dichiarazioni sempre puntualmente disattese per combattere la povertà e aiutare i tanti paesi ridotti in miseria dall’attuale sistema economico”, spiega Riccardo Troisi, di Pax Christi. “I costi stimati ogni anno per i danni prodotti dalle armi leggere sono infatti, secondo la rete mondiale Iansa, di oltre 163 miliardi di dollari. E sono i poveri a subirne l’impatto più brutale, tanto che le armi possono essere considerate una delle cause strutturali che alimentano la povertà” (da Adista n. 88, 12 settembre 2009, p. 9).

Tutto ciò considerato il GAVCI sottoscrive la Campagna di mobilitazione della Cnesc per dare un futuro al servizio civile; e invita tutte le persone e gli enti sensibili a fare altrettanto.
In più giovedì 1° ottobre, inizierò un digiuno rigoroso (solo 2 litri di acqua naturale al giorno) a settimane alterne, sempre sotto controllo medico. Spero che altre persone, (singole o in gruppo) si uniscano a questa protesta, per dare risonanza ai gravi motivi suesposti, con il digiuno di un giorno o in gruppo a staffetta.

COSTRUIAMO LA PACE!

Note:

Per ulteriori informazioni:

P. Angelo Cavagna, Presidente del Gavci
(Tel. 051-343754/345834.) – Tel. E Fax. 051-341122 (merc. e Venerdì 9-12)
E-mail: vdf.volontari@dehoniani.itgavcibo@gmail.com

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