Caschi Bianchi Cile

I suicidi di veterani delle Malvinas raggiungono quota 350

La cifra stimata – dal momento che non esistono statistiche ufficiali – supera quella degli argentini morti durante i combattimenti nelle isole.
Il recente rapporto di un’associazione di ex combattenti riporta che il 78% di essi soffre di disturbi del sonno e il 28% ha pensato spesso di togliersi la vita.
Dal quotidiano locale La Tercera, 1 marzo 2006

Traduzione di Francesca Gavio

La guerra delle Malvinas (Falkland per i britannici) prosegue causando vittime in Argentina. Questo perché a quasi 24 anni dalla fine del conflitto i suicidi dei veterani non cessano e già superano i morti in combattimento nello stesso arcipelago. Secondo le ultime statistiche dalla fine della guerra, nel giugno del 1982, si sono tolti la vita almeno 350 ex combattenti. Una cifra altissima se si considera che durante tutto il conflitto sono morti 649 argentini, 326 dei quali hanno perso la vita durante i combattimenti con le truppe britanniche nelle isole e il resto è morto dopo l’affondamento del cacciatorpediniere Belgrano.
Il numero dei suicidi, tuttavia, è solo una stima, dal momento che lo Stato argentino non dispone di una precisa statistica sulla situazione di coloro che hanno combattuto nella guerra, e le associazioni di veterani non scartano che la cifra dei suicidi sia addirittura maggiore. “Ci sono molte morti che vengono catalogate come incidenti e che potrebbero essere motivate da un impulso di autodistruzione”, ha affermato Cesar Gonzalez Trejo, fondatore della Federacion de Veteranos de Guerra (Federazione di Veterani di Guerra) in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion, che critica i governi argentini per non aver fatto nulla per gli ex combattenti.
Rodolfo Merlino, presidente del Centro di ex combattenti delle Isole Malvinas (Cecim) della città di La Plata, sostiene per esempio – secondo La Nacion – che i veterani che si sono tolti la vita raggiungono già il numero di 454. “Vogliamo che venga presa sul serio la questione delle Malvinas perchè stanno continuando a morire compagni”, dice Merlino. Un rapporto del Cecim riporta che il 78% degli ex combattenti soffre di disturbi del sonno, un 28% riconosce di aver pensato spesso al suicidio e un 10% dice di aver tentato di togliersi la vita dopo la guerra.
Uno degli ultimi casi di suicidio di un veterano della guerra si è verificato alla fine di gennaio quando Romolo Ignacio Bazan fu trovato morto nella sua casa del quartiere di Lanus di Buenos Aires. Il suo corpo era coricato su una scala e insieme a lui c’era una lettera di commiato. Bazan, che era un coscritto di 19 anni quando il governo militare argentino di Leopoldo Galtieri decise di invadere le isole nell’aprile del 1982 – fu l’unico dei sopravvissuti che ricevette una medaglia al valore. Un riconoscimento motivato dal suo eroico riscatto di un compagno che era caduto in mare.

Critiche allo stato argentino
Le organizzazioni dei veterani accusano lo Stato argentino di non aver preso le precauzioni adeguate per evitare l’insorgere di questa situazione. Questo perchè dopo il conflitto non è stato fornito appoggio psicologico nè finanziario ai veterani e solo con la nascita dei gruppi di ex combattenti il panorama ha cominciato a cambiare. Nel periodo immediatamente successivo alla guerra il numero dei suicidi era di 50 all’anno, ma col tempo si è abbassato. “La media (in quasi 24 anni) è di un suicidio al mese”, ha dichiarato a La Nacion Ernesto Alonso, ex combattente.
Il tema dei veterani è diventato di grande attualità in Argentina l’anno scorso in occasione della prima proiezione della pellicola “Illuminados por el Fuego (Illuminati dal fuoco)”, vincitrice in Spagna del premio Goya come miglior film straniero. La pellicola narra di come l’intento di togliersi la vita di un ex combattente risvegli i ricordi del protagonista. Il film è basato sul libro omonimo di Edgardo Esteban, veterano di guerra. “Sentivo che il dramma di quello che abbiamo vissuto rimaneva dentro di noi”, ha detto spiegando la genesi del romanzo.
Le conseguenze della guerra hanno colpito anche i britannici. Secondo le ultime cifre disponibili, almeno 250 ex combattenti si sono suicidati, una cifra lievemente inferiore al numero dei soldati morti in combattimento, che arriva a 255. Inoltre, anche i veterani britannici accusano i governi di non aver fatto abbastanza per loro.

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