Durante il mio anno di Servizio Civile ho vissuto in Albania, dove ho abitato in una struttura per donne vittime di violenza domestica, di cui alcune con bambini. Tra le attività che mi hanno vista coinvolta, un doposcuola per bambini e le visite alle famiglie più bisognose nei dintorni della città di Scutari, dove abbiamo spesso portato beni di prima necessità.
In questo tempo, mi sono ritrovata spesso a giocare con i bimbi più piccoli e a parlare con quelli più grandi, in molti parlavano inglese. Abbiamo speso ore ed ore a parlare di vari argomenti, passando dalle loro canzoni preferite, a cosa volessero per il loro futuro e, con il tempo, sono diventata una persona a cui confidare i pensieri più personali e alcuni momenti più difficili del loro passato, accogliendoli sempre con la massima delicatezza e comprensione.
Guadagnando piano piano anche la fiducia delle mamme, anche loro hanno iniziato ad aprirsi e confidarsi con me, raccontando storie fatte di un passato difficile circondato da una cultura ancora retrograda, soprattutto nei paesini di montagna in cui molte sono nate. Stando in questa struttura di accoglienza, in tante hanno capito il loro valore e iniziato a rincorrere il sogno e l’ambizione per un futuro migliore con i loro figli.
In questo anno spero di aver lasciato un po’ di serenità nei bambini e un nuovo modo di giocare, diverso da quello aggressivo del contesto in cui sono cresciuti. Spero di aver dato uno sguardo, ai ragazzi e alle donne, su un’idea alternativa di vita, passando la possibilità di poter vivere anche senza violenza e senza farsi condizionare dai pregiudizi della società. Spero di aver lasciato alle ragazze e alle loro mamme la consapevolezza di opportunità che vanno al di là di ciò che conoscono e dell’ambiente in cui sono state “rinchiuse” fin dalla nascita; spero di aver trasmesso la passione per la conoscenza del mondo e delle sue infinite culture e diversità.
Mi auguro di aver portato dei momenti di spensieratezza e contentezza alle famiglie che abbiamo conosciuto quest’anno che, nonostante non abbiano neanche il minimo indispensabile con cui vivere e abitino in case che quasi cadono a pezzi, mi hanno sempre accolta con un’ospitalità enorme che porterò sempre nel cuore.
Mi porterò anche la consapevolezza del dolore che provano queste famiglie, di quanto nel mondo la povertà venga ignorata nonostante sia sotto ai nostri occhi, a pochi metri dai costosi palazzi che ammiriamo e ci accecano non facendoci vedere tutto ciò che succede intorno.
Aggiungo un altro frammento alla mia conoscenza del mondo, la coscienza che ci sono persone completamente diverse le une dalle altre con modi di pensare così lontani che non credevi neanche possibili. Allo stesso tempo mi sorprende la scoperta di quante persone abbiano una mente aperta nonostante l’ambiente in cui sono cresciute, che gli ha imposto un pensiero del mondo chiuso e tradizionalista.
Durante l’anno si sono create speranze anche per le nuove generazioni così che non passino le stesse difficoltà dei loro genitori e che scoprano una realtà diversa e migliore per il loro futuro.
Custodirò questo anno nel mio cuore come un anno in cui ho scoperto nuove cose sul mondo e le persone che lo abitano, ma soprattutto che mi ha permesso di conoscere meglio me stessa ed essere più sicura di ciò che vorrò fare nel futuro e nella mia vita
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