• Corpi Civili di Pace in Libano

Corpi Civili di Pace Libano

Educazione ed inclusione in Libano – Scheda racconto

Fabrizio, Irene, Silvia e Sara raccontano la disuguaglianza e l’inclusione in Libano, tra minori rifugiati Siriani e Palestinesi.

Scritto da Fabrizio Astolfoni, Silvia Bigando, Irene Favaro e Sara Porru, Corpi Civli di Pace con Un Ponte per.. e FOCUS – Casa dei diritti sociali a Beirut

“Dealing with the future 2” è il progetto a cui hanno preso parte Fabrizio, Silvia, Irene e Sara, come Corpi Civili di Pace con Un Ponte Per e FOCUS – Casa dei diritti sociali, a Beirut, capitale del Libano. Le azioni progettuali hanno avuto ricaduta anche sui vicini campi profughi di Shatila e Burj el Barajneh

Il contesto del conflitto

La crisi siriana in Libano ha avuto un impatto considerevole anche sul sistema scolastico-educativo, il cui accesso risulta essere diseguale e, spesso, organizzato su base confessionale. In tale contesto, la scelta preferenziale ricade su istituti privati. Il ricorso alla scuola pubblica è limitato a chi non ha risorse sufficienti per permettersi la retta di istituti privati, tra cui i minori rifugiati Siriani. In questi contesti i/le minori rifugiati/e sono oggetto di discriminazione tanto da parte dei/delle compagni/e quanto da insegnanti e personale scolastico. I motivi di tale emarginazione sono riconducibili alla percezione della presenza siriana come una minaccia all’economia del paese e al risentimento originato da anni di occupazione (terminata nel 2005).
Diversa è la situazione dei/delle minori palestinesi, in quanto non godendo dello status giuridico di rifugiati, non possono accedere alla scuola pubblica e, pertanto, frequentano gli istituti scolastici dall’UNRWA. I/le minori palestinesi vivono molto spesso situazioni difficili conseguenti al contesto in cui abitano e/o  a situazioni familiari complicate. Anche per loro si rende necessaria la promozione processi di inclusione sociale e riconciliazione tra le comunità che vivono dentro e fuori dai campi profughi.

Un episodio dal campo

L’intervento progettuale si è posto come obiettivo specifico quello di contribuire alla mitigazione dei fenomeni di discriminazione fra la popolazione locale libanese e quella rifugiata, in particolar modo nell’ambito dell’educazione. Le attività di: homework support, ludiche, silent book – espletate presso i centri delle associazioni partner – non solo cercano di rispondere ad esigenze di tipo formativo-educativo, ma mirano ad incentivare l’interazione e la coesione sociale tra bambini/e libanesi, palestinesi e siriani/e.

In questo contesto sono state organizzate attività di disegno libero per i/le minori siriani/libanesi/palestinesi destinatari delle attività di homework support. L’attività aveva quale obiettivo quello di permettere la libera espressione di emozioni e stati d’animo, lo stimolo della creatività e l’aumento del benessere dei/delle minori utilizzando un lessico emozionale basato sulla nonviolenza il quale è stato veicolato anche dalle educatrici presenti. Durante la prima attività, l’educatrice ha tuttavia voluto indirizzare il disegno dei/delle minori verso un obiettivo (“disegnate una foresta e i suoi animali”) e, quindi, ha poi corretto e/o valutato i disegni prodotti. Molti dei/delle bambini/e hanno quindi ricevuto una “valutazione” finale negativa, circostanza che ha comportato tensioni tra i minori e tra i minori e l’educatrice coinvolta. Durante la seconda e la terza attività, invece, i/le bambini/e sono stati lasciati liberi di disegnare quanto desiderassero senza ricevere feedback finali, correzioni, valutazioni. In tali due ultime attività, l’aver promosso una spontanea espressione di sé in un contesto di serenità, non ha poi comportato tensioni all’interno della classe.

Altri episodi hanno riguardato ad esempio l’inserimento di attività fisica e motoria nella programmazione settimanale, che hanno rappresentato per i minori un momento di svago e sfogo, grazie al quale le tensioni e gli episodi di violenza ed aggressività tra i bambini sono nel tempo notevolmente calati.

Evoluzione del conflitto

L’attuale situazione economica e la crisi sanitaria in corso fanno emergere in maniera ulteriormente significativa le disuguaglianze sociali e le fragilità del sistema settario sul quale si fonda il Paese. Le proteste contro classe politica corrotta e riforme economiche insoddisfacenti che hanno preso piede il 17 ottobre 2019, recentemente hanno acquisito maggiore violenza anche a causa dell’esplosione del 4 agosto scorso. Il rischio è che l’esasperazione di diseguaglianze sociali (anche in termini di protezione sociale e di accesso alla sanità) e della crisi della moneta locale conducano a una più massiccia mobilitazione popolare e che il livello di tensione possa sfociare in scontri anche armati. Tale situazione può avere ulteriori ripercussioni tra le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare tra i minori rifugiati il cui accesso a servizi di base è limitato.
Inoltre, la ri-organizzazione delle attività educative da remoto ha escluso una fascia ancor più ampia di minori, rispetto a quella di partenza, dalla fruizione del diritto all’istruzione già in partenza spesso negato.

Per saperne di più

Amel International Association
National Institution Social Care and Vocational Training – Beit Atfal Assumoud 
UNHCR Lebanon

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