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Caschi Bianchi Romania

Un po’ di stupore

Uno “spettacolino” un po’ improvvisato e buffo diventa occasione di incontro e condivisione

Scritto da Mattia Venturini, Casco Bianco in servizio civile con Apg23 a Bucarest

5 gennaio 2020

Oggi si è concluso un altro campo qui in Romania. Una quindicina di giovani sono venuti dall’Italia, unendosi a noi di casa, per vivere in 10 giorni un’intensa esperienza di condivisione a contatto con le diverse realtà di Bucarest. In questa occasione abbiamo incontrato bambini, anziani, senza-tetto e disabili giovani e adulti.

Il contatto con il povero e l’emarginato diventa per ognuno occasione e stimolo ad entrare in contatto con la propria interiorità ferita e la propria spiritualità. Il risultato finale è spesso un senso di profonda gioia e gratitudine. Per questo motivo ad ogni campo si salutano le realtà che incontriamo con il nostro cosiddetto spettacolino. Si tratta di qualcosa che non avevo mai conosciuto e che tuttora mi lascia un po’ incredulo. Immaginatevi un’accozzaglia di 25 persone di età compresa tra i 16 e i 45 anni e prive di particolari competenze artistiche che devono in poche ore ideare ed imparare uno spettacolo artistico di circa 45 minuti in grado di divertire un pubblico variegato. Verrebbe sicuramente uno schifo… E invece no. Ho scoperto che non è difficile donare un sorriso e due risate a qualcuno se ci metti il cuore. Un semplice ballo di gruppo fa da apertura e scalda gli animi. Se uno sa fare un minimo di giocoleria con 3 palline basta aggiungere un copricapo buffo ed un po’ di musica ed ecco che diventa un clown professionista. Se si conosce uno scherzo divertente si può trasformare in uno sketch. E se si cerca su internet un semplice gioco di prestigio è facile stupire coloro che non hanno mai visto un vero illusionista.

Insomma, questo per me è stato il sesto spettacolino che vedo nascere. In questi giorni lo abbiamo portato ad un gruppo di bambini poveri, ad una casa di riposo per anziani, ad un centro diurno per donne senza fissa dimora, al centro per ragazzi disabili don Orione, ed infine alla casa delle suore di Madre Teresa che ospita adulti disabili. Ed ogni volta siamo riusciti a strappare delle risate e dei sorrisi. E pure noi ci siamo divertiti un sacco.

 

“Ciò di cui ha bisogno questo mondo è un po’ di stupore”

– Mendez, Il circo della farfalla

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