• Cb Apg23, 2008

Caschi Bianchi Kenya

Vita da bambini di strada a Nairobi. Intervista a Gidion e Mwai

Ora vivono presso una casa dell’associazione Papa Giovanni, e non sono più costretti a dormire fuori, a rovistare nell’immondizia e subire gli abusi dei più grandi. Ci raccontano la loro vita fino adesso.

Scritto da Gian Paolo Chiecchi

Abbiamo intervistato 2 ragazzi che frequentano la Shamba, casa di accoglienza dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per ragazzi di strada. Dopo aver cenato fuori insieme ci hanno accolto nella loro casa, offerto una banana e alla luce di una candela abbiamo cominciato con qualche domanda…

Come vi chiamate? 

Mi chiamo Gidion.
Ed io Mwai.

Quanti anni avete?

16

Dove vivete?
Siamo di Kahawa West…un paese a 20 km a nord-est di Nairobi

A quale tribù appartenete?
Siamo entrambi Kikuyu

Avete mai vissuto in strada?
Gidion: circa un anno, dal febbraio 2007 a gennaio 2008
Mwai: un anno e due mesi, fino a gennaio 2008

Quando eravate in strada dove dormivate?
Sotto le bancarelle del mercato, quando i padroni chiudevano i negozi, andavamo a dormire là intorno alle 9.30 di sera.

Stavate insieme?
Si, Mwai viveva già in strada, e lì l’ho incontrato ed è diventato il mio miglior amico, da allora siamo sempre stati insieme.

Durante il giorno cosa facevate?
Andavamo in giro raccogliendo ferro, plastica e ossa. Le vendevamo ad un signore per guadagnare qualche soldo. E poi dipende dai kg…per esempio con 1 kg di ferro si raccimolano 20 scellini (20 centesimi di euro ndr), così puoi comprarti 1 tazza di the e 2 ciambelle che sono 15 scellini e 5 scellini li conservi per il pranzo….

Questo era sufficiente per sfamarvi?
No…infatti dovevamo andare ancora a raccogliere altro metallo, due o tre giri al giorno.

Come vi guardava la gente quando raccoglievate roba dall’immondizia?
Ci chiamavano chokora (spazzatura ndr), non provavamo vergogna, perchè quel “lavoro” era ciò che ci permetteva di sopravvivere.

Ci sono molti ragazzi di strada a Kahawa West?
Si, ma molti hanno casa, alcuni vengono per raccogliere soldi in questo modo. Poi si vanno a vedere un film in una specie di cinema e giocano a carte per vincere un po’ di soldi.

Durante il giorno facevate altre attività?
Giocavamo a calcio con gli amici, ma dovevamo chiedere il pallone al padre di qualcuno che poteva permetterselo.

Quanti ragazzi erano, o meglio, dormivano in strada con voi?

Durante il giorno erano molti, ma la sera ci trovavamo solo noi due con un altro ragazzo grande in un posto chiamato “base”. Poi c’erano molti altri ragazzi grandi, ma non si poteva dire quanti perchè si svegliavano durante la notte e andavano in giro. Alcuni avevano una casa, ma venivano a spendere la notte in strada lo stesso.

Perchè avete lasciato casa vostra?
Gidion: Non è stata una mia volontà di andarmene. Sono stato circonciso, così nella cultura Kikuyu ho dovuto andarmene. Non potevo dormire nella stessa stanza di mia madre, perchè avrei potuto vederla per esempio quando si cambiava. Così ho dovuto trovarmi un posto per dormire fuori casa…ho incontrato Mwai e da allora siamo sempre stati insieme.
Mwai: Mia madre con tutti noi suoi figli se ne è andata dalla casa della nonna e la nuova baracca dove siamo andati a vivere era troppo piccola per accogliere anche me, infatti siamo 4 figli maschi e 2 femmine.

Vivere da soli in strada è meglio che starsene a casa?
No, non è una buona cosa, perchè tua madre non sa come sopravvivi, per esempio se sei malato tua madre non lo sa perchè non ti è vicina.

Potete raccontarci una storia di quando vivevate in strada?
Una notte stavamo dormendo in strada sotto le bancarelle e c’erano dei ladri in zona. Sono passati vicino al luogo dove dormivamo e poco dopo è arrivata la polizia. Noi non avevamo sentito gli spari che c’erano stati e continuavamo a dormire. Così quando la polizia è arrivata, ha cominciato a sospettare di noi, dicendoci di tirar fuori la pistola. Hanno cominciato a picchiarci in testa con il calcio del fucile, e ancora adesso ogni tanto mi fa male dove mi avevano colpito. Questa è una storia…

Ora cosa pensate della polizia?
Non sono brava gente qui in Kenya, perchè abusano del loro potere, picchiano sempre e soprattutto le persone innocenti. Ogni volta che ci vedevano sospettavano che fossimo ladri e ci picchiavano. A volte ci portavano in prigione per qualche ora per farci un interrogatorio accusandoci di aver rubato quella notte. Potevano anche imprigionarci.

Così nessuno si fida dei ragazzi di strada?
No, nessuno si fida….e se qualcuno dice qualcosa su di noi ci arrestano subito.

Riguardo gli abusi in strada, è mai accaduto qualche episodio a voi o ai vostri amici?
Gidion: A me è quasi successo una volta: un ragazzo più grande mi ha preso, ma sono riuscito a scappare. Se lo dici alla polizia lo prendono e lo trattengono un po’, ma quando viene rilasciato dopo una settimana torna e ti picchia…mi aveva preso mi aveva portato in una stanza buia e mi aveva detto di togliermi i vestiti e di piegarmi, ma sono riuscito a scappare in tempo.
Mwai: No, non mi è mai capitato, ma ricordo la storia di Gidion.

Quando una persona è nuova questo rito è comune?
Si, è comune. Poi per esempio ti chiedono se già fumi marijuana o se qualcuno vuole provare, poi ti costringono a comprarla per loro più grandi. Ti fanno comprare the o birra sempre per loro. Se ti rifiuti ti vietano di stare in quel posto e dicono ti faranno del male.

Riguardo le droghe in strada, le avete mai provate, quali conoscete?
Gidion: Vi sono vari tipi: sigarette, marijuana, mandrax (eroina). Quando avevo 7 anni circa ho provato a fumare un po’ di carta arrotolata quando mia madre non c’ era, ma non ho mai usato droghe.
Mwai: si ho provato qualche volta marijuana perchè mi hanno obbligato a farlo.

Ed ora cosa fate?
Gidion: Ringraziamo la Comunità Papa Giovanni XXIII per averci dato una casa dove abitare. Ora ci svegliamo in una casa, andiamo alla shamba, lì c’è uno schema delle attività. Per esempio oggi è venerdì, stamane abbiamo fatto colazione, in classe abbiamo studiato inglese, poi era tempo di giocare a calcio. Per pranzo abbiamo mangiato chapati e ndengu, nel pomeriggio c’era l’attività di giochi con l’acqua. La sera siamo andati al gruppo di musica e ballo, poi siamo tornati qui a casa.
Viviamo qui in 4 ragazzi.
Mwai: la shamba è bella, perchè impariamo varie cose, per esempio studiamo swahili, giochiamo e mangiamo tutti i giorni. Lì mi prendo cura di una decina di conigli, do loro da mangiare.
Volevo anch’io ringraziare per il sostegno che ci date.

Cosa vorrete fare nel futuro?
Gidion: io potrei danzare, giocare a calcio e studiare. Una volta ero nella classe ottava.
Mwai: io frequentavo la classe 3, vorrei danzare e giocare a pallone anch’io.

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