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Anche i prigioneri Mapuche di Angol e Victoria interrompono lo sciopero della fame

Nuovo aggiornamento sulla lotta nonviolenta dei Mapuche: dieci comuneros ancora interrompono lo sciopero della fame  ma segnalano i forti limiti della proposta governativa. Rimane in sciopero un giovane minorenne che riporta l’attenzione sulle violazioni dei diritti dei minori Mapuche: vivono in regioni militarizzate e violente.

Scritto da Irene Antonietti, coordinatrice Caschi Bianchi per il servizio Giustizia e Pace di Apg23 a Santiago del Cile

Anche i prigionieri mapuche delle carceri di Angol e Victoria hanno terminato lo sciopero della fame.

Dopo una giornata intensa di negoziazione con il Segretario e il Sottosegretario alla Presidenza, i dieci comuneros mapuche che continuavano in sciopero della fame nelle carceri di Angol e Victoria hanno deciso di interrompere lo sciopero.

Attraverso una dichiarazione pubblica, il Segretario, Alvarado, ha dichiarato che “i passi fatti per porre fine allo sciopeo hanno avuto successo”, mentre il portavoce dei prigionieri ha assicurato che la proposta del Governo continua a essere parziale e che i comuneros non sono completamente soddisfatti per il patto raggiunto. In questo senso ha chiarito che la decisione di terminare lo sciopero è mossa da ragioni di carattere esclusivamente umanitario. Di fatto alcuni dei prigionieri si trovavano da giorni ricoverati presso l’Ospedale di Victoria per il loro precario stato di salute. Ricordiamo che il gruppo di Mapuche continuava in sciopero, dopo che i prigionieri di Concepción, Lebu e Temuco avevano sottoscritto un accordo con il governo. Accordo nel quale, tra altre cose, il Governo si impegnava a ritirare le denunce per terrorismo per le quali erano imputati i Mapuche, e a fare in modo che venissero giudicati attraverso il codice penale comune. Secondo i prigionieri di Temuco quest’accordo non dava reali garanzie perchè non impediva al Ministerio Pubblicodi continuare aa applicare la Legge antiterrorista, laddove lo ritenesse opportuno.

Una sola persona resta ora in sciopero della fame, un giovane minorenne, rinchiuso nel Centro di detenzione Luis Marileo Cariqueo, il quale ha dichiarato che continuerá nello sciopero iniziato il primo settembre 2010, fintanto che il Servizio Nazionale dei Minori (SENAME) non accoglierà le sue richieste e che non si ponga fine alla violenza contro i bambini, le bambine e i giovani mapuche. A rispetto, nella dichiarazione pubblica si legge:  “chiedo che il Sename si impegni, ogni volta che un giovane, un bambino o una bambina che viene sequestrato, ferito, picchiato, torturato fisicamente o psicologicamente in relazione alla lotta del popolo mapuche, a denunciare pubblicamente questi atti e si muova per rorvare soluzioni. Chiedo che il Sename si pronunci al riguardo e si faccia responsabile di quegli atti violenti contro i bambini mapuche che sono portati avanti, sistematicamente, con la repressione dell’esercito”.

La Rete delle Ong che lavora per i diritti dei minori ha più volte nel corso degli anni elaborato documenti pubblici di denuncia rispetto alla situazione in cui versa l’infanzia mapuche. Le Raccomandazioni delle Nazioni Unite al Cile risalenti a due anni fa, rispetto alle politiche pubbliche da mettere in atto dopo la firma della Convenzione dei Diritti dell’infanzia, fanno chiaro riferiemto alla situazione vissuta dai bambini mapuche che vivono in una terra militarizzata e che spesso sono vittime di violenza da parte dell’esercito.

Domani 12 Ottobre 2010 si celebra il Giorno della Razza, nella data in cui nel 1492 Cristoforo Colombo arrivó in America dando inizio a una colonizzazzione che portó violenza, sfruttamento e morte dei popoli orginari. Per le strade di Santiago è prevista, come tutti gli anni, una mobilitazione a sostegno del popolo mapuche, perché nonostante gli accordi firmati con il governo rappresentino un passo importante, il cammino per raggiungere un pieno rispetto dei diritti del popolo mapuche è ancora lungo.

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