Caschi Bianchi Cile

Martiri della Chiesa cilena

Di Arnaldo Peréz Guerra*.
Durante la dittatura di Pinochet sacerdoti e religiosi che operavano nelle poblaciones (quartieri popolari) si opposero al regime, in alcuni casi condividendo le scelte dei movimenti rivoluzionari del Paese.

Traduzione a cura di Stefania Presutto (Casco Bianco a Santiago del Cile)

La Chiesa Cattolica, che si è autoproclamata “mediatrice” sul tema delle violazioni dei Diritti Umani commessi durante la dittatura di Pinochet, ha preso parte, senza rivendicare le sue vittime, alla negoziazione politica che ha portato alla creazione della Ley de Punto Final(1) in Cile. Sacerdoti e Suore furono torturati e “fatti sparire” (desaparecidos(2)); alcuni subirono abusi sessuali e altri vennero espulsi dal paese, accusati di “terrorismo” o di offrire protezione a “terroristi”. Tra i martiri della Chiesa Cattolica Cilena ci sono tre desaparecidos: Antonio Llidò Mengual, un sacerdote spagnolo, e gli ex sacerdoti Esteban Marie Louis Pesle de Menil, di origine francese e Omar Venturelli Leonelli, di origine italiana. Gli assassini di questi sacerdoti si potranno avvalere dei benefici concessi dal “segreto professionale” promosso dalla Chiesa e dal Governo di Ricardo Lagos. Il “segreto professionale” prevede che i colpevoli possano confessare i propri crimini o svelare l’ubicazione dei corpi di queste o quelle persone a chi presiede la Mesa de dialogo(3), senza per questo essere sottoposti a giudizio penale, in quanto non obbligati a rivelare la fonte delle loro informazioni.

Il caso del sacerdote Antonio Llidò

Il caso del sacerdote Antonio Llidò venne alla luce dopo il processo di estradizione che intraprese la Audencia Nacional de España nel 1996 contro Augusto Pinochet e i suoi collaboratori. Il giudice Baltasar Garzòn considera Llidò fra le vittime di cui Pinochet e i suoi collaboratori dovranno rispondere.

Antonio Llidò nasce a Xabia, Valencia, nel 1936. Arriva in Cile il 15 luglio del 1969 e gli viene affidata una piccola Parrocchia in Quillota. Serve la Cappella della Poblaciòn O’Higgins, insegna francese nel Liceo Statale e lavora con i coltivatori di pomodoro. Vive modestamente, partecipando al Movimiento Cristianos por el Socialismo(4), poi al MIR(5).
Dopo il sanguinoso Colpo di Stato Militare dell’11 settembre 1973, viene ricercato dai Servizi Segreti e costretto alla clandestinità. Il 1 ottobre 1974 viene arrestato e condotto al centro di torture della DINA(6) ubicato in Calle Jose Domingo Cañas 1367, nella Comuna di Ñuñoa, a Santiago.
Verso il 25 ottobre del 1974, secondo le testimonianze di altri detenuti, viene prelevato dalla cella n.13, in Cuarto Alamos, dove era stato trasferito. Qui si perdono le tracce del sacerdote.
La diocesi di Valparaiso dalla quale dipendeva, aveva come Vescovo Emilio Tagle, amico di Augusto Pinochet, che chiese del caso di Llidò al dittatore ricevendo come risposta uno “sta bene”. Più tardi Tagle ammise di essere stato “ingannato dalle autorità”.
Successivamente il vescovo Ariztía ebbe una conversazione con Pinochet che gli rispose “questo non è un prete, ma un marxista”, dichiarazione che conferma che Pinochet fosse a conoscenza della sua detenzione e della sua destinazione finale.
L’Arcivescovo di Santiago Francisco Javier Errázuriz aveva affermato nel 1996 che la Chiesa non avrebbe preso parte ad alcun processo: “profondamente convinto della necessità di non riaprire ferite, ho deciso di non prendere parte a nessuna azione legale”. Fino ad oggi la Chiesa Cattolica Cilena non rivendica i suoi martiri né prende parte ai processi giudiziari per ottenere verità e giustizia riguardo alle gravi violazioni dei Diritti Umani.
Il caso di Antonio Llidò non è l’unico.

Joan Alsina Hourtos

Nacque il 28 aprile del 1942 nel Castelló de Ampuries, in Spagna. Giunse in Cile nel gennaio del 1968 alla Parrocchia di San Bernardo. Si trasferì successivamente a San Antonio. Lavorò come infermiere nell’ospedale Claudio Vicuña, e successivamente nell’ospedale San Juan de Dios. Fece parte del Movimiento Obrero de Acción Cattolica(7), diventando membro del MIR.
Il 19 settembre 1973 venne arrestato nell’ospedale e fucilato durante la notte nei pressi di Puente Bulnes.
Secondo la versione della dittatura morì in uno “scontro a fuoco”. La Chiesa Cilena ha dato credito a questa versione senza pronunciarsi, né ricorrendo ad alcuna investigazione.

Miguel Woodward Iriberry

Sacerdote di origini inglesi, militava nel MAPU(8).
Arrestato il 16 settembre del 1973 nel Cerro los Placeres a Valparaiso, morì il 22 settembre nell’Hospital Naval a causa delle torture a cui fu sottoposto nel Buque Escuela Esmeralda.

Gerardo Poblete Fernandez

Sacerdote salesiano, professore di filosofia nel collegio Don Bosco di Iquique. Il 21 ottobre del 1973 fu arrestato sul posto di lavoro e accusato di “spionaggio”. Morì per le torture a cui fu sottoposto nella Prefectura de Carabineros(9) di Iquique.

Esteban Marie Louis Pesle de Menil

Sacerdote francese, lavorava nell’Istituto di Sviluppo Agropecuario (INDAP) a Temuco.
Militante del Partito Socialista, partecipò al Movimiento de Cristianos por el Socialismo.
Arrestato dalla FACH(10), è considerato desaparecido dal 19 settembre 1973.

Omar Ventuirelli Lionelli

Sacerdote cileno, figlio di italiani. Arrestato desaparecido dal 4 ottobre 1973. Professore all’Università Cattolica di Temuco, partecipava al Movimiento Cristianos por el Socialismo. Fu arrestato nel carcere di Temuco.

Andre Jarlan Pourcel

Sacerdote francese. Fu assessore della Juventud Obrera Catolica (11). In Cile visse 18 mesi lavorando nella comuna La Victoria. Il 4 settembre del 1984, giornata di protesta nazionale, salì nella sua camera a pregare, dopo essere intervenuto in favore dei cittadini che stavano subendo repressioni. Una pallottola sparata dai Carabineros lo raggiunse mentre leggeva la Bibbia.

Decine di sacerdoti e religiosi furono detenuti, torturati, abusati ed espulsi dal paese a causa della dittatura. I martiri della Chiesa Cilena aspettano ancora il riconoscimento che meritano.

Note:*Arnaldo Peréz Guerra, giornalista per “Punto Final”, rivista culturale cilena, e per “Azkintuwe”, il primo periodico del popolo originario dei Mapuche, collaboratore del periodico “La Nacion Domingo”. L’articolo qui tradotto è tratto dal portale indipendente cileno http://www.libertad.dm.cl

1. Ley de Punto Final: È una legge che cancella azioni penali nei confronti di qualsiasi persona che abbia partecipato in forma attiva o passiva a delitti commessi fino al 10 dicembre 1983, compresi i delitti legati alla instaurazione di forme violente di azione politica.
2. Scomparsi.
3. Tavolo del dialogo. La Mesa de dialogo è stata convocata dal Governo perché permaneva tra i cileni un rancore che non permetteva al paese di avanzare unito verso il futuro. Il Cile ha sofferto a partire dagli anni ’60 una spirale di violenza politica che gli attori di allora provocarono o non seppero evitare. Fu particolarmente negativo che qualcuno di loro abbracciò la violenza come azione politica. Questo grave conflitto sociale e politico culminò con i fatti dell’11 settembre 1973, sui quali i cileni sostengono, legittimamente, opinioni contrapposte. Tuttavia, esistono altri fatti sui quali non vi sono dubbi e devono essere rifiutati e condannati, così come la ferma decisione di non permettere che si ripetano. Ci riferiamo alle gravi violazioni dei diritti umani che videro protagonisti agenti di Stato durante il governo militare. Ci riferiamo anche alla violenza politica commessa da qualche oppositore del regime militare.
In particolare ci preoccupa profondamente la tragedia, ancora non risolta, dei detenuti desaparecidos. È importante ed urgente contribuire a superare questo problema. Esso necessita da parte di tutti uno spirito di grandezza morale che ci permetta di concordare misure effettive per la sua soluzione. Con uno sguardo volto a rendere propizio questo spirito e, in generale, avanzando verso un nuovo incontro nazionale, i rappresentanti delle FFAA (organizzazione dei famigliari dei desaparecidos) e Carabineros, avvocati di diritti umani, autorità di entità etiche re persone della società civile hanno lavorato molto tempo in questa ottica di dialogo.
4. Movimiento Cristianos por el Socialismo: Movimento Cristiani per il Socialismo.
5. MIR: Movimento de Izquierda Revolucionario (Movimento di Sinistra Rivoluzionario).
6. DINA: Dirección de Inteligencia Nacional (Polizia segreta creata da Pinochet il cui capo era il Generale Manuel Contreras).
7. Movimiento Obrero de Acción Cattolica: Movimento Operaio di Azione Cattolica.
8. MAPU: Movimiento de Acción Popular Unitario (Movimento di Azione Popolare Unitario).
9. Carabinieri.
10. FACH: Fuerza Aerea de Chile (Forza Aerea Chilena).
11. Juventud Obrera Catolica: Gioventù Operaia Cattolica.

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