Da quasi un anno vivo a Githurai, uno dei quartieri più difficili di Nairobi, in Kenya. Faccio parte del progetto Amini Home, una casa di accoglienza per ragazze che hanno vissuto situazioni di prostituzione e marginalità.
Insieme a loro ho condiviso la quotidianità: cucinare, ridere, ascoltare, ma anche affrontare momenti duri. Abbiamo organizzato corsi di cucito, cucina, bellezza e parrucchiera, per dare loro strumenti concreti per costruirsi una vita diversa. Questa esperienza mi ha insegnato più di quanto avrei mai potuto immaginare.
Lascio un pezzo di cuore, inevitabilmente. Lascio la mia presenza quotidiana con le ragazze, le risate nelle stanze, le chiacchiere infinite la sera, gli abbracci improvvisi, le lacrime condivise. Lascio la me che ha saputo stare accanto, che ha ascoltato senza giudicare, che ha provato a costruire spazi sicuri, anche solo per qualche mese. Lascio piccoli semi di fiducia, di sorellanza, di libertà. Lascio anche la fatica, i momenti in cui ho pensato di non farcela, perché fanno parte del tutto. Lascio relazioni vere, nude, profonde.
Porto la forza delle ragazze, che mi hanno insegnato cosa significa davvero ricominciare. Porto la libertà di essere me stessa, senza filtri, senza dover dimostrare nulla. Porto la semplicità che sa essere tutto, anche quando materialmente non hai niente. Porto il coraggio, la dolcezza, le storie che hanno attraversato la mia vita e l’hanno cambiata per sempre. Porto una consapevolezza nuova, più piena, più dolorosa ma anche più vera. E porto la voglia di continuare a scegliere questo tipo di vita, anche se fa paura, anche se è precaria, perché è la più piena che io abbia mai vissuto.
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