Brasile Caschi Bianchi

Appartenere altrove

“Lascio la paura di non essere all’altezza, i pregiudizi e la rassegnazione di chi pensa che niente si possa cambiare. Lascio una parte grande del mio cuore in Brasile e ne porto via con me un’altra altrettanto grande”. Il Servizio Civile ha segnato profondamente Greta, un anno di cambiamento e scoperte tra incontri e sorrisi.

Scritto da Greta Lucia Petrulli, Casco Bianco in Servizio Civile con Apg23 a Medina

Mi chiamo Greta e da dieci mesi vivo a Medina, una piccola città del nord-est del Minas Gerais, in Brasile. Tra Medina e la vicina Itaobim, in una regione storicamente segnata da disuguaglianze e dalla scarsità di servizi pubblici, sto concludendo il mio Servizio Civile come Casco Bianco.
Un’esperienza in cui, insieme a una grande équipe, abbiamo affiancato bambini, ragazzi e famiglie che vivono in contesti di forte vulnerabilità sociale, offrendo loro spazi educativi e ricreativi che li aiutino a sognare oltre le difficoltà quotidiane.
Essere qui significa mettersi in gioco con cuore e tempo, costruendo relazioni autentiche e imparando ogni giorno qualcosa di nuovo.

Oggi, a gambe incrociate, seduta sul mio letto, ascolto per gli ultimi momenti i suoni che penetrano dalle finestre: voci, risate, e quelle canzoni che all’inizio non capivo e che oggi sanno di casa.
Ripenso a tutto ciò che ho vissuto in questi mesi, lontano da quella che è stata casa mia per oltre vent’anni. Le persone incontrate, i momenti condivisi, i sorrisi, le lacrime, gli abbracci. E poi le urla interminabili dei bambini, le giornate che sembravano non finire mai e quelle che, nonostante le difficoltà, la fatica e gli imprevisti continui, non sono mai riuscite a stancarmi.
Seduta qui, sento che questa casa è diventata mia. Quest’anno mi ha permesso di riscoprirmi, di ritrovare le mie passioni, le mie capacità. Mi ha restituito valore. È stata la mia rinascita.
Ho imparato a darmi tempo, ad adattarmi senza forzature, a non pretendere che tutto vada secondo i piani. Ho imparato ad accogliere gli imprevisti e farne tesoro, senza dover avere sempre un piano A, B o C. Ho imparato ad aprire le braccia alla vita lenta, lasciandomi alle spalle quella fretta che non lascia assaporare le cose.

Eppure, ho vissuto questi mesi in Brasile a mille, ogni giorno.
Ho visto il deserto, la foresta e le cascate.
Ho visto tramonti risucchiare il sole tingendo il cielo di sfumature incredibili.
Ho visto lacrime di donne ferite, di bambini spaventati, di uomini smarriti.
Ho visto anche sorrisi, vittorie, parole nuove pronunciate da chi non aveva la forza di parlare.
Mi sono seduta a tavola con ragazzi e ragazze, bambini e bambine, ciascuno con un mondo dentro.
Sono cresciuta. Sono diventata ricca: di amore, di bene, di relazioni vere. Di persone e cose preziose.
Ho imparato che accogliere davvero l’altro significa anche saper fare un passo indietro, osservare in silenzio, ascoltare e lasciare che la diversità ti insegni qualcosa.

Lascio la paura di non essere all’altezza, i pregiudizi e la rassegnazione di chi pensa che niente si possa cambiare. Lascio una parte grande del mio cuore in Brasile – e ne porto via con me un’altra altrettanto grande.
Lascio Davi e Gabriel che mi aspettavano ogni mattina al centro. Lascio la “Rua da Mistura” che non mi ha mai fatto sentire sola, le chiacchiere sul marciapiede, i sorrisi del bar, le cene del lunedì.
Lascio una Medina piena di emozioni e un Itaobim che mi ha insegnato l’amore oltre i confini della casa.
Lascio le zuppe calde anche con 30°, il riso e fagioli alle quattro del pomeriggio, il pane fresco del mattino. Gli abbracci per strada, le mani sporche di tinta su tutta la maglia, le pause pranzo a riposare tutti sullo stesso materasso.

Porto con me una nuova Greta. Porto consapevolezze, sogni, speranze. Porto una nuova lingua, una nuova playlist piena di parole belle. Porto una nuova famiglia: quella che resta a 16 ore di volo da casa, ma che mi ha dato tutto l’amore di cui avevo bisogno.
Porto con me la certezza che si può appartenere anche a luoghi lontani, e che ogni gesto fatto con amore è un seme di giustizia nel mondo.

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