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Bosnia Erzegovina Corpi Civili di Pace

La pace domani – Scheda racconto

Promozione della conoscenza e del rispetto reciproco tra le diverse comunità etnico-religiose per la riconciliazione in Bosnia ed Erzegovina

Scritto da Francesca Benenati, Valentina Donadel, Paolo Lotito e Giulia Salsi, Corpi Civili di Pace con Caritas Italiana a Sarajevo

“Corpi Civili di Pace per la riconciliazione in Bosnia e Erzegovina 2018” è il progetto a cui hanno partecipato Francesca, Valentina, Paolo e Giulia, promosso da Caritas Italiana in Bosnia ed Erzegonia, a Sarajevo.

Il contesto del conflitto

Il conflitto presente in Bosnia ed Erzegovina (BiH) è di stampo etnico-culturale-religioso e impatta sulla sfera culturale, sociale, politica ed economica attraverso pregiudizi culturali nei confronti dell’altro e discriminazioni sociali, politiche ed economiche su base etnico-religiosa. Il conflitto non è di tipo armato, ma si segnala la presenza di gruppi paramilitari legati alle tre principali comunità etnico- religiose.

La BiH si trova, a 25 anni dalla fine delle guerre di dissoluzione jugoslava, a fare i conti con la cristallizzazione delle divisioni, eredità del conflitto, che contrappongono le tre principali comunità etnico-religiose: bosgnacchi musulmani, croati cattolici e serbi ortodossi. Avallata dalla struttura istituzionale del paese, territorialmente diviso secondo le linee di appartenenza etnica, tale separazione è uno dei maggiori ostacoli al compimento dei processi di pace e riconciliazione. La BiH sta diventando un paese composto da comunità sempre più monoetniche, che tendono ad imporre la propria lettura maggioritaria della memoria storica e nelle quali chi è minoranza è portato a sviluppare una “sindrome dell’accerchiamento”, se non addirittura ad andarsene.
I giovani hanno un ruolo-chiave: nonostante crescano in un clima di isolamento etnico promosso da scuole e famiglie, è da un loro eventuale affrancamento dalla retorica separatista che dipenderà la costruzione della pace futura.

Un episodio dal campo

Dal 21 al 31 agosto si è svolta a Banja Luka la tredicesima edizione della Scuola di Pace. Questa iniziativa vede coinvolti la NGO Youth for Peace (YfP), Caritas Banja Luka, Caritas Italiana e Caritas Vittorio Veneto. YfP, in collaborazione con gli altri partner, organizza da tredici anni un’occasione di incontro tra giovani della BiH e giovani italiani su molti temi che riguardano la pace e la convivenza. L’esperienza è strutturata in momenti formativi gestiti dai membri sia di YfP, sia di Caritas Banja Luka e attività di volontariato a beneficio delle comunità locali. Tutti i momenti formativi sono stati sia in italiano sia nella lingua locale. Il tema di quest’anno è stato “La questione della pace in Europa”.
I temi approfonditi durante i workshops formativi sono stati molteplici, tra i quali: i rischi per la pace oggi, l’attivismo giovanile e gli hate speech.
Le attività di volontariato hanno visto formatori e giovani impegnati in piccole mansioni di manutenzione degli spazi abitativi di famiglie segnalate dalla Caritas locale e dalla Croce Rossa, o nella pulizia di parchi pubblici.
La nostra presenza come CCP è stata utile nella gestione dell’intera attività e abbiamo potuto organizzare un workshop all’interno degli spazi dedicati alla formazione.
Il progetto CCP era stato avviato da poco, tuttavia è stata forse la più importante occasione per mettersi alla prova e potersi relazionare con i giovani sui temi della pace e dei processi che si possono attivare per la sua costruzione e il suo mantenimento.
Un’opportunità utile, inoltre, per mettersi in ascolto del territorio grazie all’incontro con i vari nuclei familiari che abbiamo conosciuto e con i giovani partecipanti all’iniziativa.

Evoluzione del conflitto

Il conflitto presenta ancora forti tensioni, più o meno latenti. Il problema principale è la presidenza tripartita che blocca lo sviluppo del paese, dato che i rappresentanti delle 3 comunità si ostacolano a vicenda anziché cooperare. Lo stagnamento socio-economico, i problemi strutturali del paese, la corruzione e la mancanza di tutela dei diritti umani impediscono la riconciliazione. Emblematiche sono le provocazioni che arrivano dalla Repubblica Serba di Bosnia, il cui Presidente cavalca le divisioni interetniche e minaccia la secessione.
Si potrebbe ipotizzare, da un punto di vista strategico, come scenario più drastico la secessione della Repubblica Serba dalla Bosnia con richiesta di annessione alla Serbia.
Questo a sua volta potrebbe scatenare una reazione in Erzegovina delle frange nazionaliste per la scissione della parte croata, anche in vista dell’interesse della Croazia a occupare la zona di Neum, unico sbocco della BiH sul mare, per connettere l’intero litorale dalmata.

Per saperne di più

“Prendersi cura. Inclusione, il vero bisogno speciale” (pdf) Caritas Italiana (2019)

Generatori di risorse. L’economia Sociale: un approccio per un nuovo welfare” (pdf) Caritas Italiana (2016)

Una generazione alla ricerca di pace vera. I giovani e le sfide per il futuro: riconciliazione, dialogo interreligioso, lavoro”(pdf) Caritas Italiana (2015)

“Futuro Minato”(pdf) Caritas Italiana (2008)

Sito internet “Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa”

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