“Italia, Italia, Spagna, Italia…” il segretario del sindaco, che ho adulato a dovere, mi indica una ad una le case a Dumbraveni, nella regione moldava della Romania, spiegandomi che gli inquilini sono tutti all’estero.
“È triste, lavorano fuori per comprarsi la casa qui. Fanno costruire queste case importanti per far vedere ai vicini che possono permettersele, ma poi non possono tornare, perché qui non hanno lavoro. Vengono un mese in estate, fanno la grigliata, poi ripartono”.
La Suceava è una delle regioni più povere della Romania, situata a Nordest del Paese, appartenuta storicamente alla Grande Moldavia. Uno dei posti con più alta emigrazione verso l’Italia: quando va bene chi emigra svolge un lavoro come badante o muratore, quando va male si prende la strada della prostituzione, dell’illegalità. Una povertà grigia e atavica, alcolizzata, fumatrice. Di quelle che fanno cadere le braccia, quando senti che il cibo che hai portato nelle case dei più poveri per sfamare chi ha tra i cinque e i quattordici figli, è stato venduto o barattato per qualche bottiglia di vodka.
In questo contesto, Generaţie Tanara Romania (GTR), il partner locale della Comunità Papa Giovanni XXIII, interviene puntando sull’educazione. Può sembrare strano pensare che la lotta ai trafficanti di esseri umani si faccia anche aiutando dei bambini a scuola, ma è proprio così.
La Romania ha un obbligo scolastico fino all’età di 16 anni e un tasso di abbandono che negli anni scorsi era superiore al 15%, percentuale che si alza moltissimo nelle comunità Rom (fino al 45% di abbandono per il ciclo di scuola primario, fino al 65% per quello secondario). Circa la metà degli abbandoni è dovuto ad una natura economica, mentre nel caso delle ragazzine dai 13 ai 16 anni, spesso la scuola termina a causa di una gravidanza inaspettata. La Romania è infatti anche il paese con l’età media più bassa al livello del parto. Bisogna capire che le centinaia di migliaia di bambini e adolescenti che non frequentano la scuola sono potenziali prede dei trafficanti.
In alcuni villaggi che abbiamo visitato, ragazzine senza troppo pudore parlavano di coetanee, amiche o conoscenti che all’estero facevano “strada” o “elemosina”, mestieri brutti ma che non si possono rifiutare se sei partita in cerca di fortuna o innamorata di qualche truffatore.
Nel 2010 UNICEF e il Ministero dell’Educazione, della Ricerca, della Gioventù e dello Sport hanno lanciato una campagna per prevenire l’abbandono scolastico, intervenendo nelle comunità con più alto rischio e adottando misure interessanti e concrete. Tra queste, l’assegnazione giornaliera di latte, biscotti e una mela, per ogni alunno della scuola pubblica, e la dotazione gratuita di buona parte dei materiali scolastici, come i libri.
Generaţie Tanara Romania si è mossa in maniera complementare alle campagne governative: in diversi centri per bambini a rischio, nei quali abbiamo lavorato come Caschi Bianchi, subito dopo pranzo l’attività principale è il doposcuola, dove i bambini sono seguiti per lo svolgimento dei compiti a casa. Si organizzano poi attività ludiche e si cena insieme, garantendo quindi non solo due pasti al giorno, ma anche una continuità nella didattica ed un ambiente protetto come giusto che sia.
Da qualche anno, inoltre, GTR entra anche grazie ai Caschi Bianchi, direttamente nelle scuole: abbiamo infatti preso parte attivamente sia a diverse giornate di informazione e prevenzione, come quelle sull’antirazzismo e sulla tratta, sia allo svolgimento dei corsi di Italiano, che consentono un rapporto costante con gli allievi e il personale didattico, permettendo di individuare e monitorare casi di minori a rischio.
Così ci siamo cimentati con l’insegnamento dell’Italiano come lingua straniera, prima a Timişoara, poi a Suceava. In generale le scuole vantano strutture abbastanza buone, spesso costruite o almeno ristrutturate con i fondi dell’Unione Europea. Gli allievi portano la divisa ed è strano per noi vedere bambini di 6 anni farsi la cravatta prima di entrare in classe: vige una disciplina erede del comunismo, che – bisogna ammetterlo – agevola molto l’insegnamento e l’apprendimento. Il livello di interesse degli alunni è eterogeneo, i più interessati sono i ragazzini che hanno parenti in Italia. C’è poi chi è semplicemente affascinato dalla nostra lingua e chi invece lo fa un po’ controvoglia, preoccupato da una grammatica che per quanto vicina a quella rumena, non è mai semplice.
Aiutati dai volontari di GTR oggi copriamo con la nostra presenza 3 scuole – Timişoara, Dumbraveni e Salageni – e facciamo doposcuola per i bambini di altre due, a Recaş e Carani. Grazie a un programma di sponsorizzazione a distanza, abbiamo acquistato un grosso quantitativo di quaderni, penne, matite e pennarelli per i bambini più poveri, distribuendoli al primo giorno di ritorno a scuola dalle feste.
Questo articolo è anche un modo per dire grazie a chi ci sta aiutando. Continuiamo insieme, perché crediamo che l’istruzione debba essere un diritto di tutti e che soltanto attraverso un lavoro a lungo termine sull’educazione si può cambiare qualcosa. D’altra parte il motto dell’associazione è proprio questo: “We work for the future”.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!