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Caschi Bianchi Paesi Bassi

Rob e il “Pub”: senza fissa dimora nei Paesi Bassi

Den Bosch è una città olandese che conta circa 140.000 abitanti ed il Pub è l’unico centro sociale che fornisce un’accoglienza ed un’alternativa alle persone “al primo livello”, cioè a coloro che vivono per strada. Al Pub Samuele ha incontrato Rob, un signore educato e talvolta tra le nuvole, con una fidanzata che lo aspetta nelle Filippine.

Scritto da Samuele Ramberti, Casco Bianco Apg23 a Den Bosch

Rob è un signore sulla sessantina, un passato tra esercito olandese, guerra in Iraq, qualche anno di carcere per coltivazione illegale di marijuana, un paio di case sequestrate e tanti debiti con lo stato olandese, 12 anni di vita in Messico dove racconta essersi sposato 3 volte e aver avuto 5 figli, un ritorno poco felice in Olanda e un mese passato in vacanza nelle Filippine dove una ragazza lo sta aspettando per sposarsi. Ha pochi capelli grigi e un sorriso stampato, tanta voglia di raccontare, di parlare, di discutere e litigare. Non è stato difficile farci amicizia, già dal primo giorno in cui mi sono presentato come volontario ho provato a chiedermi per quali motivi fosse finito in strada. Rob vive a Inloopschip, un ostello sociale della città di Den Bosch, che ospita chi non ha altro posto dove andare. Ha un armadietto in cui tiene ordinatamente i pochi vestiti che ha ma lo spazio per il resto manca sempre. Nella giacca con cui lo vedo tutti i giorni ogni tasca è organizzata alla perfezione e contiene qualcosa: a sinistra deodorante e profumo, a destra shampoo e bagnoschiuma, nella tasca interna schiuma da barba, lametta e spazzolino. Un altro armadietto non se lo può permettere e così si arrangia come può. Nell’ostello non si può fidare di nessuno, mi racconta che i più cattivi sono pronti a portarti via pure la saponetta, ma lui ha lucido in mente il pensiero che tra pochi mesi partirà di nuovo per le Filippine, cosa sarà mai portarsi dietro qualche flacone ogni giorno. Lo vedo almeno 3 volte a settimana e mentre gli altri vanno e vengono lui c’è sempre ed è pronto ad aiutare. E’ un tipo educato, talvolta un po’ tra le nuvole ma è difficile che possa creare problemi a qualcuno.

Al Pub ho iniziato ad andarci volentieri poco tempo fa. E’ un postaccio se vogliamo dire la verità: si tratta di un progetto ricreativo per persone con problemi di diverso tipo, da tossicodipendenti ad alcolisti, senzatetto, persone sole o che attraversano temporaneamente problemi economici o relazionali. Spiegato così sembra quasi una cosa bella, e sicuramente il fine è utilissimo, ma non è facile. Non è facile entrare in relazione con chi è sempre in allarme sulla persona che ha davanti, con chi la sera prima ha bevuto troppo o magari si è anche fatto. Con chi non si lava spesso, con chi ti chiede soldi perché è il suo compleanno e vuole tirare cocaina, con chi ha difficoltà a ragionare e se non lo ascolti ti urla dietro. Eppure a questi posti, dopo un po’, ti ci affezioni. Almeno io, ogni giorno mi rendo più conto di quanto sia importante per queste persone avere qualcuno che li ascolta, e se può, li aiuta. E, a loro modo, ti vogliono anche bene, apprezzano che tu spenda del tempo con loro, che ti sporchi le mani con loro e condividi colazione e pranzo con loro.

Perché al Pub non si gioca a carte: si va nel bosco, si tagliano alberi e si vende la legna da bruciare. Con -10° umidi come solo in Olanda possono esserci si sta di fuori, senza paura del ghiaccio, della neve e del vento gelido che ti urla dentro alle orecchie. Si sta di fuori, scaldandosi trasportando tronchi, facendo a gara di chi solleva quello più pesante. Qualcuno con le scarpe di tela rotte, qualcuno pure senza giacca, coi piedi gelati ma la voglia di non arrendersi alla vita. E riprovare a volare in alto.

Il Pub

L’abbreviazione Pub sta per “Pastoraal Uitzend Bureau” letteralmente “Agenzia interinale pastorale”, un progetto per ragazzi di strada nato nel 1998, attualmente frequentato tra le 25 e 35 persone al giorno, sostenuto dal comune di Den Bosch . La città conta circa 140.000 abitanti e si stima che ci siano tra le 80 e le 100 persone che vivono stabilmente in strada.

Si tratta dell’unico centro sociale a Den Bosch che fornisce un’accoglienza ed un’alternativa alle persone “al primo livello”, cioè a coloro che vivono per strada: per alcuni è un luogo dove fare colazione, per altri un posto di lavoro.
La struttura è aperta dalle 8.30, quando viene fornita la colazione, all’ora di pranzo, ed al suo interno sono attivi diversi progetti: una ciclo-officina, un progetto per il mantenimento del verde pubblico, un progetto di pulizia delle strade ed uno di espressione artistica. Ci sono regole strette rispetto all’uso ed abuso di alcol e droghe: non sono accettate persone con un alterato stato psico-fisico e al presentarsi della situazione la/le persona/e in questione vengono allontanate e riaccettate i giorni seguenti alla normalizzarsi delle condizioni.
Coloro che lavorano all’interno del centro ricevono un compenso giornaliero di 5€ per circa un paio di ore di lavoro al giorno. Questi soldi vengono utilizzati per pagare l’ostello che li ospiterà durante la notte, fornendo loro un posto caldo dove dormire e la cena, anche se molti, soprattutto durante la stagione estiva, preferiscono dormire in strada, o nei boschi, perché dicono di sentirsi più al sicuro. Attualmente in Pub viene gestito da un responsabile e due volontari.

Samuele ha 22 anni, laureato in Economia e Commercio e nato a Rimini, è appassionato di viaggi, fotografia e parità sociale. Dopo la laurea decide di prendersi del tempo per sé e fa domanda per il servizio civile: da ottobre 2016 vive in Olanda, in una Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII che ospita principalmente adulti, lavora a stretto contatto con i poveri tra cui senzatetto, ex alcolisti e tossicodipendenti.

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Il Pub
La raccolta della legna
La raccolta della legna
La raccolta della foglie
CB Apg23

24 Marzo 2017/ da Redazione Antenne di Pace

TAG: Storie di vita, Vita di strada

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