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Brasile Caschi Bianchi

Festa della mamma… e tu quante mamme hai?

Riflessione in differita sul dia da mãe giornata della mamma, trascorsa in una casa famiglia nel Nord-Est del Brasile: quale idea e quale esperienza di famiglia per chi ha vissuto tante famiglie spesso gestite esclusivamente al femminile.

Scritto da Paola Leone e Camilla Sforzani CBapg23 2009

Sono le 04.45 di domenica 8 Maggio e qualcuno bussa incessantemente alla porta della mia camera. Toc, toc! Toc, toc! << Paola, você está acordata? >>. Silenzio. La sveglia é suonata, ma il mio corpo si é rifiutato di collaborare. É domenica, che bisogno c’é di alzarsi cosí presto? É semplice. Oggi é il giorno della mamma e, da almeno due giorni, sono in corso i preparativi di una festa a sorpresa. Mancano solo gli ultimi ritocchi finali. Ecco spiegato il motivo per cui gli adolescenti di casa hanno messo in moto “la macchina organizzativa” all’alba: la mamma si sveglia solitamente al levarsi del sole, in quanto gestire una famiglia di circa venti persone non é un’impresa da poco! Scivolo dunque nei primi vestiti che trovo nell’armadio, calzo le immancabili chinelos e sono pronta. Nonostante l’ora, sembra giá tutto pronto. La tavola é imbandita di ogni leccornia: macedonia di frutta tropicale con panna, biscotti, micro muffins e una torta, preparata con tanto amore dalle inesperte mani dei ragazzi di casa. Appena giunge la festeggiata, l’intrepida attesa scaturisce in un caloroso applauso, accompagnato da una dolce musica di sottofondo scelta dal papá di casa. Al momento del regalo e degli abbracci, uno degli adolescenti chiede la parola per condividere con i presenti alcune riflessioni ed emozioni legate a questo giorno cosí speciale. Mi colpisce in modo particolare l’input iniziale, in cui il ragazzo sorride pensando a quante donne ha giá potuto chiamare “mãe” nel corso della sua giovane vita. La risposta é: almeno tre.
In relazione al contesto in cui mi trovo, non si puó certo affermare che una situazione di questo tipo sia definibile come anomala. In casa sono circa dieci i minorenni accolti: istituti, famiglie di origine, vita di strada, improvvisate famiglie affidatarie (assolutamente non in regola)… Storie diverse l’una dall’altra, é chiaro; quasi tutte peró hanno un punto in comune: una figura materna multipla. Ad ogni mamma che ha abbandonato uno di questi figli, per immaturitá o eccessivo amore, ne é sempre corrisposta una che li abbia accolti. Lo stesso discorso non si puó fare rispetto alla figura paterna; al di fuori del papá di casa famiglia, nella vita dei minorenni accolti non ve ne é stato un altro: sulla maggior parte dei loro certificati di nascita, nello spazio destinato al nome del padre, c’é la scritta “desconhecido”. In riferimento infatti alle storie dei vari minorenni accolti nelle tre case famiglie di João Pessoa e a quelle delle famiglie che danno vita al progetto “Familias Acolhedoras”, l’idea che mi sono fatta della struttura familiare brasiliana é che sia spesso incentrata sulla sola figura femminile. Non parlo di statistiche o dati ufficiali, ma di ció che ho condiviso in questi quattro mesi di servizio civile estero: la donna come colonna portante della famiglia, in grado di sostenerla e accudirla nonostante il probabile contesto di povertá e miseria in cui é inserita.

É questo il motivo per cui é stato cosí importante festeggiare il giorno della mamma in grande stile: la consapevolezza e la felicitá di far finalmente parte di una “vera famiglia” si mischiano al ricordo delle altre avute in precedenza, spesso rappresentate dalla sola presenza della madre… Piú mamme a cui fare gli auguri, piú voglia di far giungere la gioia della festa lontano lontano, nel tempo e nello spazio.

Note:
[1] << Paola, sei sveglia? >>.

[2] Ciabatte infradito.

[3] “Famiglie Affidatarie”, progetto che si occupa di diffondere la cultura delle famiglie affidatarie nella cittá di João Pessoa e di accompagnarne il cammino. La legge federale che ne tuteli l’esistenza risale infatti a meno di un anno fa (Legge n° 12.010 del 3 agosto 2009), modifica della Legge n° 8.069 del 13 Luglio 1990, meglio conosciuta come ECA (“Estatuto da Criança e do Adolescente” ovvero “Statuto del bambino e dell’adolescente”); a livello comunale invece non esiste ancora una legge vera e propria, ma soltanto un progetto di legge (n° 11.842 del 22 dicembre 2009).

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