• Redazione Antenne di Pace, 2009

Brasile Caschi Bianchi

Acqua terra teologia: Terzo forum mondiale di teologia e liberazione

L’ecologia come terreno di incontro e di dialogo interreligioso. Alle porte dell’Amazzonia i teologi si incontrano per costruire insieme un altro mondo possibile.

Scritto da Laura Lanni (Redazione Antenne di Pace)

Belem, 21-25 gennaio 2009:

teologi da tutti i continenti si incontrano alle porte dell’Amazzonia per confrontarsi, scambiare saperi e prassi, ipotizzare modalità per la realizzazione di un altro mondo possibile, insieme. Non sono solo sacerdoti o ministri di culto, ma laici, uomini, donne e giovani di diverse chiese e confessioni religiose.

La riflessione parte da uno dei padri della teologia della liberazione, il brasiliano,
Leonardo Boff, che lancia i temi del forum: ecologia, ecofemminismo e dialogo interreligioso come possibili modalità di sviluppo della teologia della liberazione nel presente. Come esplorare l’ecumenismo nel dialogo interreligioso e con i popoli che lottano per la vita? Come riconoscere il femminile nella divinità? La terra come corpo di Dio, che vive solo grazie a un dialogo amoroso tra i diversi elementi che la compongono, è il luogo su cui basare un nuovo dialogo, che sia portatore di vita per tutti.

Questi grandi temi sviluppano e articolano la loro complessità in decine di diversi laboratori in cui il piccolo gruppo favorisce la discussione, il confronto, lo scambio di buone prassi. Pluralismo religioso in Amazzonia; dialogo tra i culti di origine africana e cristianesimo; spiritualità e coscienza sociale; giustizia economica e diversità; saperi dei popoli indigeni e afrodiscendenti e sostenibilità ecologica; etica della nonviolenza e suo impatto sull’ambiente; generi, religioni e femminismo, sono solo alcuni dei laboratori gestiti da diversi gruppi, associazioni, istituti teologici.

Tra gli strumenti più usati nei laboratori la lettura popolare della Bibbia favorisce un clima di comunicazione circolare in cui non esistono insegnanti e discenti, e non esiste un solo sapere, ma uno scambio di saperi. Il tentativo è quello di superare le visioni etnicocentriche e parziali che ciascuna cultura e ciascuna religione possono avere di Dio, del mondo e del modo di relazionarsi con l’altro: in questo senso la prospettiva di altre culture può essere utile e portare a un completamento. Il risultato non è un ribaltamento di valori, ma di priorità con cui leggere la Bibbia, la realtà e le relazioni sociali, senza dimenticare le differenze di genere, di etnia, di classe e di generazione, non per dividere ma per arrivare a una vera unità nella diversità.

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