• Cb Caritas, 2008

Caschi Bianchi Kosovo

Etichette etniche. Il punto di vista di due giovani bosgnacchi* nel Kossovo indipendente

Due giovani musulmani bosniaci, una minoranza nel nuovo stato indipendente del Kossovo, raccontano la loro identità e sognano il loro futuro

Scritto da Sara Cossu

Dino Sagdati. Classe 1990.

Che cosa significa bosgnacco?

Significa che non sono albanese. Che non sono serbo. Anche se parlo una lingua molto simile al serbo. Nella mia lingua non ci sono grandi differenze con la lingua dei serbi. Questo significa essere bosgnacco! Non so trovare altre spiegazioni. Tutti i miei familiari sono nati qua. Io sono nato qua.

Le nostre tradizioni. Non sono poi così tante le differenze con le altre etnie. Le spose si vestono diversamente il giorno delle nozze… ma in realtà io non so bene quali siano le mie tradizioni, le tradizioni dei bosgnacchi. Per questo non so rispondere.

Pensi che sul fronte dell’educazione ci siano delle discriminazioni etniche in Kossovo?

Io penso che le domande sulle etnie non abbiano tanto senso… a Prizren ancora di meno.

Ci sono classi solo per ragazzi bosgnacchi, ma nello stesso edificio dove ci sono le aule per i ragazzi albanesi. Siamo amici ed è normale stare insieme. Non è discriminazione frequentare classi separate. È normale… Io ho le mie tradizioni, la mia lingua, sono diverso, ma mi sento integrato! I nostri libri non esistono. Non abbiamo certo libri in bosgnacco! Siamo troppo pochi. Prendiamo gli appunti nella nostra lingua, scriviamo nella nostra lingua, ma i libri sono in albanese. Nessuno ha scritto libri in bosgnacco per noi! Ma le regole, quelle sono uguali per tutti, turchi, albanesi, bosgnacchi.

La discriminazione è sempre esistita, esiste ed esisterà. E c’è anche qua in Kossovo. Ma non mi sento discriminato perché non ho i libri scritti nella mia lingua! Nel lavoro, il vero problema è la forte corruzione:se paghi trovi lavoro, se non paghi resti disoccupato. Per tutti è così. Anche per gli albanesi.

Ti senti vicino ai musulmani di Bosnia? Senti di condividere la loro storia recente? Senti di far parte dello stesso popolo?

Non abbiamo nessun contatto con famiglie bosgnacche in Bosnia Herzegovina. Avevo un anno nel 1991 quando è scoppiata la guerra. Ho letto tantissimo, ho visto tanti documentari. So che è una cosa gravissima quello che è successo, ma non mi sento coinvolto in quanto bosgnacco. Non sento che sia una tragedia che ha toccato il mio popolo. La mia famiglia era qua. Sana e salva. In Kossovo. Non ha sofferto. Ne avevo invece 9 quando è scoppiata la guerra in Kossovo.

Ti senti più bosgnacco o kossovaro? 

È strano da spiegare…È difficile rispondere.. Sono un bosgnacco ma vivo qua in Kossovo. Come posso rendere questo concetto? I turchi sono turchi ma vivono in Kossovo, gli albanesi sono albanesi ma vivono in Kossovo. I turchi sono qua da 500 anni… gli altri popoli sono venuti prima o dopo… Questo mix è normale. Qui a Prizren prevale la tradizione turca. Questo è normale. Non c’è una città dove trovi un’unica etnia. In tutto il mondo. Questa è la globalizzazione. In questo mondo con la globalizzazione non puoi trovare un unico popolo! Abbiamo imparato a vivere insieme. C’è stata una guerra, ok… E so che 9 anni sono pochi per dimenticare l’odio. So che alcuni uomini sono stati uccisi solo perché parlavano un’altra lingua e avevano altre tradizioni. Sono stati uccisi anche i loro cani, anche se tutti i cani abbaiano allo stesso modo. Non si abbaia in serbo o in albanese. Ma oggi, io posso già dire che ho tantissimi amici albanesi. Siamo già a questo punto! E parlo albanese. I ragazzi della mia generazione, di etnia diversa dalla mia, non parlano bosgnacco. Le persone adulte che hanno frequentato le scuole serbe mi capiscono. Sono bosgnacco, ma se poi metti la panna sulla torta sono kossovaro, come gli altri!

Che importanza ha far parte di uno staff multiculturale di un centro giovanile?

Il mio essere qua non è speciale perché sono bosgnacco.. Cercavo semplicemente una saletta dove fare le prove per il mio gruppo, Negenda, Dea dei Serpenti, ed ho trovato questo centro. Poi ho deciso di dare lezioni di chitarra. Ho studiato chitarra da autodidatta per tre anni, poi ho seguito un corso per un anno.

Una delle sei stelle sulla bandiera del Kossovo brilla per i bosgnacchi… 

Sì, penso che la mia stella sia la terza! Io non le do un grande significato. Non sono un nazionalista. Non m’interessa. Avrei voluto una bandiera più cool. Il numero delle stelle non è importante. Adesso che abbiamo l’indipendenza a me sembra tutto uguale a prima! Non ho grandi aspettative. Quando vedo voi due non penso di avere una tedesca o un’italiana di fronte a me! Vedo due persone. Due esseri umani. Questo è importante. Questa è la stella che deve brillare.

Almir Miftari. Alto, carnagione olivastra e due occhi scuri che sanno di Mediterraneo, lineamenti del viso maturi, dolci e discreti, un paio di occhiali degni della collezione di Elton John. Un inglese fluente che tutto ti fa pensare tranne che di avere davanti un liceale. Anche lui, come Dino, dà lezioni di chitarra al centro Fisnikët. Anche Almir è bosgnacco. E anche lui, a distanza di una settimana dall’incontro con Dino, propone le stesse posizioni rispetto al suo appartenere alla comunità dei bosgnacchi in Kossovo e rispetto alle categorie mentali patetiche che trasformiamo in domande per lui un po’ forzate e scontate. E sogna la Turchia, perché è convinto che questa farà presto parte del futuro dell’Occidente.

Sei bosgnacco, riesci a spiegare in breve che cosa significa?

Bella domanda! Domanda interessante! Prima della guerra ci chiamavano musulmani. Poi i musulmani sono appartenenti ad una fede religiosa, non ad uno Stato, ed ecco che si è cercato un nome per un’identità nazionale. In Kossovo ha lo stesso significato della parola serbo, roma, turco…

Minoranze e sistema educativo. Avverti una certa discriminazione verso chi non è albanese?

L’unico problema è la mancanza di libri nella mia lingua. Tutto qua. Ma non si può parlare di discriminazione.E’ vero, manca uno staff di insegnanti, manca il materiale scolastico… Ma questo è dovuto alla questione dello status, alla transizione. È vero, gli albanesi hanno più materiale didattico, ma è ovvio. Io discriminazione non ne sento. Frequentiamo tutti lo stesso edificio, quello della ex scuola di medicina, rispettiamo le stesse regole, lo stesso protocollo. Solo che noi abbiamo le nostre classi. Condividiamo tanti momenti con gli altri ragazzi. Ma l’abbiamo voluto, lo vogliamo per preservare la nostra lingua. È una nostra scelta, non la scelta di chi ci vuole discriminare. Succede che i criteri con le quali vengono condotte le interviste si basino su questa dannata discriminazione. Si fa partire tutto da questa parola. È davvero patetico! È patetico metterla sempre su questo piano. Ho partecipato ad alcune tavole rotonde, seminari, sempre questa dannata parola discriminazione! Gli stranieri non lo vogliono capire che devono smettere di leggere la realtà partendo da questa parola.

Bosgnacco o kossovaro.. tu come ti senti per prima cosa?

Non mi sento bosgnacco bosgnacco, non mi sento kossovaro kossovaro. Mi sento bosgnacco kossovaro. La Bosnia Herzegovina non ha niente a che vedere con me e con noi bosgnacchi in Kossovo. Non appartengo al popolo bosgnacco di Bosnia! Sarajevo non è la mia città, la Bosnia non è il mio Stato. Non è un problema essere bosgnacco! Se lo diventa dipende da motivazioni politiche! Dire sono roma, sono bosgnacco, sono serbo.. Ma che senso ha? Sono etichette che la mente umana usa per partire prevenuta, per avere già preconcetti rispetto ad una persona. È un errore. Le parole, le etichette, creano aspettative. Sono bosgnacco e quindi sono musulmano e quindi e quindi… Ti faccio un esempio: a Natale, a Capodanno, nell’aria c’è energia, positività, tutti sono vitali. Perché è Natale e Capodanno! E devi essere felice, perché quel nome porta quel significato. Quel giorno ha un nome che porta in sé certi concetti. E tu devi essere così, felice, perché è Natale e Capodanno! Un giorno solo e gli altri no o forse. Ma perché non essere pieni di energie tutti i giorni?! Essere felici e positivi tutti i giorni?! I nomi sono un blocco, un muro.

Il tuo futuro in Kossovo? 

Sto studiando sodo per passare gli esami ed essere accettato all’Università Tömer, di Ankara, in Turchia.

Sto facendo tanti sacrifici, non suono nemmeno più nel mio gruppo musicale…

Non ho tempo per questo! La Turchia mette a disposizione molte borse di studio a tanti ragazzi in Kossovo.

Tu devi imparare il turco… Lo sto studiando tantissimo. Voglio studiare presso la facoltà di educazione. La Turchia ha sottoscritto la Convenzione di Bologna e per questo il sistema dell’istruzione è in linea con l’Occidente, è riconosciuto. Il mio pezzo di carta avrà un valore alla fine del percorso universitario. Chi studia in Kossovo, in Bosnia avrà un titolo che nessuno riconosce. Prova a laurearti a Sarajevo! Già in Kossovo non vale nulla quel tuo titolo! E poi la Turchia entrerà nell’Unione Europea! Avrò tante opportunità studiando là, stando là. Avrò un titolo riconosciuto. Parto da solo. Non mi spaventa, anzi! Le città in Turchia sono piene di vita.Voglio andare là.

Una stella anche per voi…

Per me significa che sono accettato. Che posso vivere libero. Che sono uguale agli altri.

Note:

*Bosgnacchi (o Bosniaci Musulmani; in bosniaco Bošnjaci): popolazione slava che abita prevalentemente in Bosnia Erzegovina e nella regione del Sangiaccato fra Serbia e Montenegro. Una piccola popolazione autoctona è presente nel Kosovo. Discendenti di indigeni convertiti all’Islam durante il periodo Ottomano della Bosnia, i Bosgnacchi si caratterizzano per il loro legame alla regione storica della Bosnia, per la loro tradizionale adesione all’Islam e per la loro comune e cultura e lingua.

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