Caschi Bianchi Palestina / Israele

Dal Palestine Monitor: articoli e factsheets

Una raccolta di documenti e testimonianze prodotte dai collaboratori “sul campo” del Palestine Monitor, l’organo di informazione della rete delle organizzazioni non governative palestinesi.

Traduzioni a cura di Sara Galiero e Monica Incerti Telani (Caschi Bianchi a Ramallah)

Con lo scoppio dell’attuale Intifada nel Settembre del 2000, la rete delle Organizzazioni Non-Governative Palestinesi (PNGO) si accorse della reale mancanza sui mezzi di informazione di una versione dei fatti dal punto di vista Palestinese. Questa mancanza fu attribuita al fatto che era stata data troppa poca voce alla causa palestinese e, quand’anche era stata data, questa non raggiungeva con la dovuta efficacia l’opinione pubblica internazionale.
In poche parole, la PNGO ritenne che se le persone avessero capito i motivi della crisi,sentito quello che i Palestinesi avevano da dire, e realizzato che non c’era un unica versione dei fatti, l’opinione pubblica alla fine sarebbe cambiata e le persone all’estero si sarebbero potute mobilitare per fare pressione sui propri governi e rappresentanti; questo tipo di pressione avrebbe condotto Israele a porre termine all’occupazione e aperto la strada ad una pace equa e duratura.

La PNGO perciò delegò all’ong HDIP la responsabilitá di inoltrare alla stampa locale e estera messaggi e risposte chiare sugli sviluppi provenienti della società civile Palestinese. Questo è stato fatto creando il Palestine Monitor.

Parte delle motivazioni per la fondazione del Palestine Monitor vennero dal confronto con un certo numero di reti, incluse le ONG Palestinesi, i gruppi di solidarietà americani e alcune ong europee, e soprattutto dai mezzi di informazione internazionali. Le strutture esistenti stavano diffondendo informazione, tuttavia erano venuti a galla malcontenti che mettevano in luce la mancanza di punti di vista alternativi sull’allora situazione socio-politica Palestinese e l’assenza sia di una strategia concertata come di un approcio univoco sulle tematiche centrali.
Inoltre la qualità dell’informazione sulla situazione poneva dei problemi: la quantità di notizie era enorme, ma solo una piccola parte erano significative, accessibili e di immediata fruizione o indirizzate ad un pubblico straniero. In aggiunta a tutto ciò l’informazione esistente era insufficiente, soprattutto nell’analisi.

A partire dalla sua fondazione, il Palestine Monitor ha risolto molte di queste problematiche, fornendo tempestivamente alla stampa e ad altri gruppi destinatari una prospettiva Palestinese sugli eventi che accadevano nel territorio.

Inoltre alcuni membri del Palestine Monitor hanno partecipato ad un corso di perfezionamento sui diritti umani, ad un corso di pronto soccorso, ad una conferenza sulla democrazia e sulla partecipazione politica in Palestina ed ad un workshop sulle strategie relative a campagne di supporto.
E’ importante far notare che nonostante il coprifuoco, la chiusura, l’invasione militare, le uccisioni, l’invasione e gli atti vandalici perpetrati nei confronti degli uffici, il Palestine Monitor non ha perso un solo giorno di lavoro.
Il lavoro svolto dal Palestine Monitor l’anno scarso si puó sintetizzare nei seguenti elementi:

– lavoro in collaborazione con il GIPP, con attivisti locali e internazionali e con delegazioni internazionali
– organizzazione di conferenze stampa
– produzione di materiale scritto
– diffusione di materiale scritto delle Organizzazioni Non-Governative Palestinesi (PNGO) e dello stesso Palestine Monitor
– organizzazione di una campagna per Media Watch
– collaborazione con stampa locale e internazionale
– lavoro di rete con le ONG Palestinesi
– gestione delle richieste di informazione provenienti dai media, dai governi e dal pubblico
– mantenimento e continuo aggiornamento di banche dati
– facilitare le visite dei mezzi di informazione internazionali, dei diplomatici e dei rappresentanti dei governi stranieri
– preparazione, pianificazione e fornitura di materiale per conferenze e visite internazionali
– mantenimento, sviluppo e continuo aggiornamento del sito internet
– a causa degli eventi dell’anno, porre rimedio ai danni e alla completa distruzione dei nostri uffici, cosa resa possibile da una buona pianificazione del nostro lavoro

Sin dalla fondazione, il Palestine Monitor ha prodotto molto materiale scritto. Tutta l’informazione è distribuita tramite mailing list, attraverso il sito internet e mediante copie cartacee distribuite in sede o attraverso membri del PNGO e membri del team del Palestine Monitor che si muovono all’interno della regione e all’estero.

Tra le produzioni maggiormante significative:
Fact sheets su argomenti quali:L’Intifada, Statistiche, Storia della questione Palestinese, Povertà e Distruzione, Aiuti Americani a Israele, Bambini, Salute, L’Occupazione, Rifugiati, Colonie e Acqua. Questi rapporti vengono aggiornati e rinnovati periodicamente.
Vengono prodotti fascicoli informativi o aggiornamenti pubblicati giornalmente o ogni 2 o 3 giorni, per fornire ai media un informazione puntuale proveniente dalla comunità delle ONG Palestinesi in alternativa a quella “ufficiale” fornita dall’ufficio stampa dell’IDF e dai portavoce del Governo israeliano. Questo da la possibilità di umanizzare la sorte della popolazione Palestinese e di collocare gli eventi all’interno di un contesto più ampio.

Di tanto in tanto il Palestine Monitor lancia appelli affinché si porti avanti un’azione finalizzata a esercitare pressione diretta sul Governo israeliano. Si cerca peraltro di evitare la stanchezza che queste azioni possono comportare limitando gli appelli a uno per mese.

Al fine di incrementare il target del Palestine Monitor vengono scritti articoli e commenti lunghi approssimativamente di 800-1000 parole. Questo dá l’opportunità di presentare la voce dei Palestinesi in un forum differente, discutere idee normalmente non diffuse, idee che non sono “ultime notizie” ma che sono fondamentali per comprendere il conflitto e (i resoconti? – i racconti? – la storia?) la narrativa Palestinese. In aggiunta, questo ha un valore inestimabile nel ricordare alle persone che esiste un’alternativa, una voce attiva e democratica in Palestina, nonostante la retorica israeliana. Un’alternativa democratica che si sforza di ottenere una pace equa e duratura.

Svariate associazioni forniscono informazione sulla Palestina e la sua crisi attuale. Purtroppo molto spesso questa informazione si perde sepolta in fondo alla lista di nuove pubblicazioni e studi, o di fatto è da recuperare in documenti di decine di pagine. Il Palestine Monitor si è preso l’impegno di pubblicare e di diffondere questa informazione preziosa in maniera breve e comprensibile.

Parte del problema del come far arrivare le storie della quotidianità del popolo palestinese ad un pubblico straniero è stata affrontata attraverso l’utilizzo di testimonianze oculari, che offrono la possibilità di mostrare come le violenze e le politiche attuate nei Territori Occupati agiscono sui Palestinesi ordinari, togliendoli dall’anonimato e rendendo le loro storie accessibili a migliaia di persone.

Si spera che alla fine il lavoro del Palestine Monitor non sarà più necessario se verrà raggiunta la pace con una serena e giusta convivenza tra Palestinesi e Israeliani; ma fino a quel giorno gli sforzi sono di continuare a lavorare, cercando di andare incontro a nuove esigenze e situazioni il più efficientemente possibile.

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