Caschi Bianchi Cile

Alla Corte Suprema la decisione sul processo a Pinochet

Dal quotidiano della classe medio-alta cilena, El Mercurio del 21-12-2005, un quadro generale dell’attuale situazione; da La Tercera, l’altro quotidiano a diffusione nazionale più letto, un riepilogo dei processi aperti contro Pinochet.

Traduzione a cura di Daniele Biella

Giorni storici per la lotta dei difensori dei Diritti Umani in Cile. Pinochet rischia di affrontare un processo che sembrava scongiurato dopo la contestata dichiarazione della sua “demenza senile”. Il giudice Guzman, che gestisce il caso “Operazione Condor”, non gli dà tregua e lo reputa capace di affrontare l’aula del tribunale. La difesa dell’ex dittatore grida al complotto. Gli avvocati dell’accusa, dopo che la Corte d’Appello ha dato pieno appoggio al giudice, attendono il verdetto della Corte Suprema, ultimo “ostacolo” da superare.

Come successo nel 2002, nuovamente la sorte del generale in ritiro Augusto Pinochet Ugarte è nelle mani della Seconda Sala della Corte Suprema.
E’ questa che dovrà pronunciarsi rispetto al ricorso della difesa dell’ex governante per invalidare l’ordine di arresti domiciliari dettata dal giudice Juan Guzman dopo aver messo sotto processo il generale in ritiro come autore di un omicidio qualificato e nove sequestri di persona, nell’ambito della cosiddetta Operazione Condor.  Il grande dubbio è se la Corte Suprema emetterà una sentenza simile a quella del 2002, in cui nel caso “Carovana della Morte”, Pinochet fu dichiarato definitivamente non processabile. In quell’occasione il massimo tribunale ha accolto la tesi che la salute mentale di un individuo deve essere un requisito base per poterlo sottoporre a processo. La stessa corte ha stimato che i problemi mentali di Pinochet (”demenza sottocorticale da lieve a moderata e irrecuperabile”) lo rendono inabile ad affrontare un processo a suo carico.

Per il caso “Operazione Condor”, la decisione è tornata ieri al massimo tribunale, dopo che la Quarta Sala della Corte d’Appello di Santiago, come secondo le previsioni, ha rifiutato il ricorso all’unanimità.
La risoluzione è stata presa dai ministri Juan Escobar, Jorge Dahm e Patricio Villaroel, gli stessi che votarono poco tempo a favore del togliere l’immunità parlamentare a Pinochet per i casi “Operazione Condor” e “Prats”. La Quarta Sala ha stimato non accettabile il ricorso in quanto i problemi mentali del generale in ritiro non escludono che possa essere sottoposto a giudizio, avendo le condizioni minime che richiede il processo. Ha segnalato, inoltre, che un ricorso di questo tipo è solamente un “allegato di fondo”, che non può avere valore a livello costituzionale.

LA SALUTE
I difensori di Pinochet la pensano in maniera opposta: il tribunale in questione non avrebbe la giurisdizione necessaria per giudicare l’ex capo militare, poiché la Corte Suprema, con le stesse condizioni dell’attuale processo, ha già stabilito una volta che il suo stato mentale inabilita Pinochet ad affrontare un giudizio, proprio perché “non può essere un soggetto idoneo per sostenere un processo penale valido incontrandosi deteriorata la sua capacità mentale”.
Secondo gli avvocati di Pinochet, rappresentati da Pablo Rodriguez, “nel sottoporlo a processo senza che possa essere un soggetto idoneo”, il ministro Guzman ha violato “una garanzia costituzionale, quello che dice la legge in termini di processabilità e i trattati internazionali”.
Nonostante ciò, i ministri hanno stimato che la salute mentale di Pinochet non influisce nel determinare la giurisdizione del tribunale. “L’incapacità di esercizio dei propri diritti non conduce direttamente alla mancanza di giurisdizione, in quanto la questione è previamente determinata da elementi oggettivi e sempre anteriori all’atto che motiva il processo”. 
I magistrati concordano con la difesa che il ricorso debba essere presentato quando sia stato violato il procedimento del caso, però, a sua volta, stimano che il “congiunto di condizioni minime per la messa a giudizio dell’accusato si trovano chiaramente soddisfatte” nella risoluzione del ministro Guzman.
Esse sono: “a) il notificare all’imputato il processo che gli corrisponde; b) il concedergli un tempo ragionevole per comparire ed esporre i suoi diritti; c) il permettergli l’utilizzo dei mezzi idonei per giustificare le sue affermazioni; d)l’imparzialità del tribunale – con un giudice “naturale” stabilito prima ai fatti che devono essere giudicati – che riceve le prove, giudica in definitiva il caso dettando la sentenza in un lasso di tempo ragionevole; e) l’esistenza della possibilità di revisione della decisione, da parte di un tribunale superiore, allo stesso modo imparziale.”
La Corte termina la sua risoluzione ammonendo i suoi superiori a non revocare il verdetto, aggiungendo che il ricorso non è la via corretta per dichiarare se il processo sia fattibile.
Con tale argomentazione, i magistrati mantengono la linea delle risoluzioni del plenario della Corte d’Appello di quest’anno di fronte alle richieste di annullamento dell’impunità a Pinochet.

CAMBIO DI ATTITUDINE
Durante gli ultimi 12 mesi si è prodotto un cambio di fronte alle richieste di annullamento dell’immunità all’ex governante, motivo per cui si spiegano le due richieste accettate.
Il segnale che ha inviato il tribunale d’Appello è assai distante da quanto accadde nel 2003, quando non gli venne revocata l’immunità per il caso “Calle Conferencia”, e nel 2002 per il caso “Prats”.
Il tribunale d’Appello ha stimato che la salute mentale di Pinochet è una “questione di fondo che deve analizzare ognuno dei ministri” che affrontano causa contro di lui.
In questo modo, i magistrati lasciano nelle mani della Corte Suprema il pronunciamento sul caso “Operazione Condor”, dopo che il giudice Guzman ha stabilito una settimana fa che Pinochet “si trova nelle condizioni mentali idonee per affrontare un processo criminale in Cile”. Questo nonostante il perito medico, designato dallo stesso magistrato, abbia diagnosticato il contrario.

REAZIONI
Ieri l’avvocato Pablo Rodriguez ha presentato subito un altro appello affinché il massimo tribunale risolva il caso invalidando il processo.
“Abbiamo preparato oggi stesso un ricorso in appello alla Suprema e vogliamo manifestare la nostra fiducia più assoluta nel fatto che il tribunale superiore del Paese corregga quello che, a mio giudizio, è un errore della Corte d’Appello. Questa ha oltrepassato la Costituzione, i trattati internazionali, le leggi in materia di processo e la situazione attuale del generale Pinochet”, ha segnalato. In questo senso, Rodriguez è dell’idea che sia una contraddizione il fatto che nel 2002 il generale in ritiro venne dichiarato “non processabile”, mentre quest’anno, “nonostante si sono aggravati i suoi dolori, essendo molto più seria la sua debolezza, venga sottoposto a processo”. 
Rispetto alle voci che il peggioramento della salute dell’ex governante sia parte di una montatura, l’avvocato ha aggiunto che “pensare ciò è una calunnia e un’infamia. Credo che non si può dire una cosa di questa natura riguardo a una persona che sta rischiando persino la propria vita”. Nello stesso tempo, ha affermato che sarebbe la stessa cosa se qualcuno dicesse che si sta sfruttando lo stato di salute della presidentessa del PC (Partito Comunista) Gladys Marìn (1)
Al contrario, l’avvocato dell’accusa Eduardo Contreras ha detto che “l’unica argomentazione che ha la difesa di Pinochet è sostenere che sia pazzo, visto che non potrà mai dimostrare che sia innocente; comunque, come abbiamo dimostrato ora e come dimostreremo nella Corte Suprema, Pinochet è in perfette condizioni di salute”. Ha aggiunto che “ben più importante del teatrino che si monta ogni volta che si presenti una azione giuridica e che Pinochet venga condotto dai suoi difensori in ospedale, la risoluzione è ciò che conta per la vera storia del processo”.

I TRE FIANCHI APERTI DEL GENERALE IN RITIRO
Da “La Tercera”, quotidiano nazionale, 14 dicembre 2004
1. LA “OPERAZIONE CONDOR”
Augusto Pinochet si trova sotto processo e in arresto da ieri come autore di 9 sequestri e un omicidio, delitti avvenuti in seguito all’Operazione Condor, il sistema di coordinazione dei servizi di intelligenza del Cono Sud per eliminare gli oppositori.
L’incontro dove si è pianificato il metodo d’azione dell’Operazione Condor è avvenuto a Santiago nel 1975.
Le vittime – a causa delle quali Pinochet è sotto processo – sono i detenuti desaparecidos Jorg Fuentes, Juan Humberto Hernandez, Luis Muñoz, Manuel Tamayo, Edgardo Henriquez, Alerei Jaccard e Julio Valladores, e l’assassinato Ruiter Correa.
A agosto la Corte Suprema ha tolto l’immunità a Pinochet per il caso Condor, senza tenere in considerazione il suo stato di salute, come invece sollecitava la difesa.

2. L’ASSASSINIO DI PRATS
Al Generale in ritiro venne tolta l’immunità per la seconda volta a inizio di questo mese, da parte della Corte d’Appello, per essere investigato sull’assassinio dell’ex comandante capo dell’Esercito, Carlos Prats, e della sua consorte Sofia Cuthbert. Il crimine ha avuto luogo il 30 settembre 1974 nel quartiere Palermo di Buenos Aires, Argentina.
Il caso è investigato in Cile dal ministro argentino Alejandro Solis, ha già sottoposto a processo la “cupola” della DINA e ora sta attendendo che la Corte Suprema analizzi anch’essa la revoca dell’immunità a Pinochet, per potere investigarlo.
Anche la giustizia argentina indaga sull’omicidio di Carlos Prats: la giudice Maria Servini de Cubria ha già tentato in passato di togliere l’immunità a Pinochet, senza esito.

3. IL BANCO RIGGS
Il 22 luglio scorso, il giudice Sergio Muñoz ha inoltrato la denuncia presentata contro Pinochet affinché vengano investigati i conti che mantenne attivi nel Banco Riggs (che ha la sua casa madre negli Stati Uniti) dal 1994 al 1998, i quali registrano movimenti che oscillano tra 4 e 8 milioni di dollari.
Il giudice ha deciso ciò dopo aver preso visione delle azioni giudiziarie presentate dal Consiglio di Difesa dello Stato (CDE) e dagli avvocati di Diritti Umani Carmen Hertz e Alfonso Insunza, che hanno sollecitato l’investigazione dei conti e l’origine del denaro, sconosciuti fino al momento in cui il Senato nordamericano ha reso pubblico il suo rapporto sul fallimento del Banco Riggs.
Inoltre Muñoz investiga le possibili frodi tributarie che il Servizio di Imposte Interne (SII) imputa a Pinochet e il suo ex esecutore testamentario, Oscar Aitken.

Note:1. Operata di tumore al cervello lo scorso anno, ha visto in questi giorni aggravarsi di nuovo le sue condizioni di salute.

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