La comunicazione come parte del mandato | Communication as part of the mandate

L'”essere voce di chi non ha voce” è uno dei fondamenti del mandato del Casco Bianco. |
“Be the voice of the voiceless” is one of the basics of the mandate of the White Helmet.

{tab=La comunicazione come parte del mandato}

La comunicazione come parte del mandato del Casco Bianco

All’interno del mandato del Casco Bianco, che si articola in modo differente in base alle varie sedi del progetto, un’importanza particolare è rivestita dal ruolo, trasversale a tutti i progetti e a tutte le sedi di attuazione, di “antenna di pace”. In quanto antenna, il Casco Bianco è ricevente e trasmettitore, soggetto in grado di sensibilizzare il territorio di appartenenza, tramite la condivisione e diffusione di un’informazione di qualità differente rispetto a quella ufficiale.

Poter svolgere un’azione di sensibilizzazione significa per il giovane innanzitutto aver sviluppato individualmente la capacità di osservazione e di incontro verso la comunità del paese estero che lo ospita. Il ruolo di antenna nasce quindi in primo luogo dalla responsabilità di raccontare, da un impegno a domandare, che per tutto l’anno di servizio civile rappresenta un costante allenamento ad allargare lo sguardo, ad andare al di là di facili interpretazioni delle realtà incontrate, cercando prima di tutto di ascoltare quelle realtà, quei corpi e quella terra, per prendere coscienza delle motivazioni profonde e complesse che contribuiscono a radicare processi di squilibrio, disuguaglianza, violenza.

{slider=Il progetto}

Un progetto corale, nato dall’esigenza dei Caschi Bianchi stessi di narrare e di narrarsi, e di dotarsi di strumenti critici di lettura dei contesti in cui spendono quasi un anno della loro vita. Per questo parte della formazione del Casco Bianco è dedicata alla conoscenza del mondo dei media, tramite incontri con rappresentanti di testate giornalistiche, oltre a laboratori di lettura consapevole e di analisi dell’immagine fissa e in movimento, laboratori di scrittura creativa e prove di scrittura che accompagnano tutto il periodo di formazione. Inoltre i ragazzi vengono introdotti ai temi della comunicazione sociale, tramite la lettura ragionata di pedagoghi della comunicazione quali Danilo Dolci e Lorenzo Milani, e di numerosi giornalisti e narratori, grazie all’utilizzo costante di una biblioteca predisposta ad hoc per il periodo della formazione, con una selezione dei principali titoli sui temi della nonviolenza, comunicazione sociale, mondo dell’informazione e media, oltre a reportage e saggi sui paesi di attuazione dei progetti. Durante tutto il loro percorso all’estero inoltre, il rapporto con la redazione, il dialogo e il confronto sugli argomenti scelti e soprattutto sulle modalità di trattarli, sui possibili linguaggi per esprimerli, costituiscono un laboratorio di formazione permanente che vede nello scambio la principale fonte di approfondimento e il motore di idee e stili di narrazione nonviolenta.

Punto di forza del Casco Bianco nella sua attività di antenna è rappresentato dalla natura stessa del progetto di servizio civile che prevede un periodo di 9-10 mesi “sul campo”, a stretto contatto con la vita della realtà incontrata, spesso condividendo non solo il tempo del lavoro e le proprie competenze o professionalità, ma ogni momento della giornata. La condivisione di vita in contesti di impoverimento o di conflitto, con i disagi e gli svantaggi che tali contesti comportano, facilita lenti e reciproci processi di conoscenza, che portano a fondare le relazioni innanzitutto sul riconoscimento della dignità di ciascuno/a. Un’informazione nata da questo tipo di percorso e nutrita da questo tipo di relazione, ne porterà il segno, puntando all’approfondimento e non al giudizio, cercando di guidare i lettori nel cammino di chi si pone buone domande, piuttosto che in quello di chi cerca facili risposte.

Il contributo al mondo dell’informazione, tramite la scrittura o la realizzazione di video e foto, è per i Caschi Bianchi parte di un momento fondante della loro identità di donne e di uomini del “primo” mondo, che rifiutano l’indifferenza e cercano in prima persona di aprire gli occhi sulla realtà e di vivere un modo di relazionarsi con l’altro che vada al di là degli interesse personali. L’esigenza di narrazione da parte di questi/e giovani è forte tanto quanto la responsabilità che essi/e sentono verso le condizioni di vita delle persone che in un anno imparano a conoscere e ad amare, tanto quanto il desiderio di partecipare ad altri ciò che si può capire solo se vissuto in prima persona, in fondo ciò che i mezzi di comunicazione di massa non possono e spesso non vogliono spiegare. Emerge dall’esperienza infatti il desiderio di fornire un’informazione che non sia solo più completa rispetto a quella lacunosa e mistificatrice a cui siamo abituati, ma che soprattutto non esuli dal mettere in evidenza la vita di tanti esseri umani che sta dietro le notizie, i conflitti o i processi di pacificazione o le realtà di crisi economica, affinché tali situazioni, spesso complesse, sappiano parlare al cuore dei lettori e delle lettrici, spingendoli a un atteggiamento che superi la facile tentazione di affidarsi a giudizi e opinioni prefabbricate, e che tenda invece a un’analisi e a una riflessione multidimensionale sulla realtà dei fatti.

La spinta dei Caschi Bianchi è quindi data dalla volontà di dare alle voci di chi non viene di solito ascoltato, la dignità di fonte, e la narrazione, nelle sue diverse modalità, diventa una forma di resistenza a meccanismi che si nutrono del disinteresse e della banalizzazione dell’informazione. Un’esperienza che si pone come l’occasione, in un mondo dominato da quella che Noam Chomsky ha definito “dittatura dell’informazione”, di un contributo incisivo per quella parte della nostra società che si interroga sulla possibilità di assumere una pluralità di punti di vista, per elaborare una riflessione e un’azione consapevoli e responsabili. è un modo per contribuire, una volta riconosciuto che l’informazione è potere, a spostare questo potere verso il basso, a distribuirlo e decentralizzarlo.

{/slider}

{slider=Il sito}

Il sito www.antennedipace.org è solo uno degli strumenti di sensibilizzazione sul territorio che il Casco Bianco utilizza, al di là degli incontri personali al rientro e dei continui contatti con i media della sua comunità di appartenenza. Tra i vari mezzi a disposizione per diffondere gli scritti dei Caschi Bianchi, è stato scelto principalmente internet: è un modo per inserirsi nell’attuale mondo della telematica sociale, quello che cerca di spingere verso il basso i contenuti, utilizzando tecnologie sostenibili, con meno effetti speciali ma aperte a più persone, nonostante l’esistenza di pesanti “barriere architettoniche”, quali l’analfabetismo e la diseguale distribuzione delle risorse energetiche. Tali limiti non sono ostacoli oggettivi, ma il risultato della scelta politica di sfruttare le comunicazioni elettroniche seguendo le leggi di mercato. Il contributo dei Caschi Bianchi si propone di traghettare nel circuito dell’informazione, in questo caso sulle pagine web, quelli che ne sono esclusi, e che non godono di una loro forza intrinseca per entrare in rete, o per realizzare programmi televisivi, riviste o libri.

Il continuo contatto con la redazione in Italia permette al sito di sviluppare una delle sue potenzialità: quella di diventare una sorta di agenzia di informazione dal basso, richiamando l’interesse dei media tradizionali su tematiche poco approfondite o su voci non ascoltate. Questo avviene grazie alla collaborazione di case editrici o testate di tiratura nazionale o locale che negli anni hanno scelto di valorizzare una selezione del materiale prodotto dai Caschi Bianchi, diffondendolo tramite pubblicazioni su riviste cartacee e la realizzazione di un libro di interviste.

{/slider}

{tab=Communication as part of the mandate}

Communication as part of the mandate of the White Helmet

Within the mandate of the White Helmet, which is articulated in different ways according to the different locations of the project, particularly  important is the role of “Antenna di Pace – aerials of peace” that is required in all projects and places of implementation. The white helmet, as “Antenna”, is at the same time receiver and transmitter. He is able to sensitize the territory of belonging, sharing and disseminating quality information.Being able to promote awareness means for the young first have individually developed abilities of  observation and interactive relationship with the community of the foreign country. Be aerial means primarily hear and watch realities, taking the responsibility to narrate and the commitment to ask and questioning. During  all period of civil service this activities are an important training to broaden our vision and go beyond simplified  interpretations of reality, becoming aware of the deep and complex reasons that contribute to root processes of imbalance, inequality, violence.

{slider=The project}
A collaborative effort that is linked to the need of White Helmets to narrate at the same time the reality and themselves, and acquire critical tools for the comprehension of the context in which they spend almost a year of their life. This is the reason why part of the training of the White Helmet is focused on the knowledge of the media world, through meetings with representatives of newspapers, as well as laboratories of conscious reading and creative writing workshops. Boys and girls are also introduced to issues of social communication, through active reading of educators, for example Danilo Dolci and Lorenzo Milani, and numerous journalists and storytellers, with the support of a library designed ad hoc for the period of training, with a selection of books and documents about nonviolence, social communication, the world of information and media, as well as reportage on countries where there are civil service projects.
During their period abroad, white helmets have the possibility to have relationships with the editing on the subjects chosen and especially on how to deal with them, the possible languages to express them, as a training laboratory that promotes ideas and styles of non-violent narrative.
The strength of White Helmet in his activities of aerial is represented by the structure of civil service project that involves a period of 9-10 months of fieldwork, in a very close contact with the daily life of the context. Share the life in poor and  conflict situations, with the inconveniences and disadvantages that these contexts entail, supports different styles of lecture and  mutual knowledge processes, which lead to establish relations primarily on the recognition of the dignity of everyone. The result of this process should  be an in depth analysis focused on the direct human experience and the fieldwork.
Take part in the world of information, by writing or making videos and photos is for White Helmets an important moment to be active against indifference and open themselves  to reality and living a way of relating to each other that goes beyond the personal interests. There is not only the desire to provide information more complete and analyzed but also an information that draws attention to the life of so many human beings behind the news, conflict , peace processes or economic crisis. Promote this kind of information means involve the reader to an attitude that goes beyond the temptation to rely on prefabricated opinions, analyzing and discussing the multidimensional reality.
For the young this challenge is an opportunity, in a world dominated by what Noam Chomsky has called “the dictatorship of information”, to give an incisive contribution to that part of our society that wants know  a plurality of points of view, to develop a responsible reflection and action. This is a way to distribute and decentralize  the information power towards everyone.

{/slider}

{slider=The site}

The site www.antennedipace.org is just one of the tools to raise awareness on the territory that the White Helmet uses. There are also personal meetings when they come back and daily contacts with the media of his community. Internet was chosen primarily because  it is a way to join in the current social world of telematics, that  tries to “push down”  the contents, using sustainable technologies, with less special effects, but open to more people. There are limits as illiteracy and unequal distribution of energy resources which are consequences of political choice to take advantage of electronic communications by following the laws of the global market . The contribution of the White Helmets aims to ferry information in the circuit, in this case on web pages, those who are excluded, and who do not have the possibility to go on-line, or to make television programs, magazines or books.
The stable contact with the editorial staff in Italy allows the site to develop one of its potential: becoming a sort of decentralized  information agency that involves traditional media to focus their attention on issues that are not usually considered. This is possible thanks to the cooperation with publishers and newspapers that have chosen to highlight a selection of the materials and documents  produced by the White Helmets, spreading it through magazines and publications on a book of interviews.

{/slider}

{/tabs}

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *